Addio a Malitez

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VITTORIO RAIO
Riccardo Cassero, ex-redattore capo dello sport de Il Mattino e figura prestigiosa del giornalismo napoletano e italiano, sosteneva: “Se non sai scrivere, copia; se non sai copiare, incolla; se non sai incollare, vai a fare in…”. A distanza di anni questa sua significativa quanto splendida teoria ha ancora una valenza non indifferente e facili riscontri. Noto, infatti, che nel tempo, ovvero in questi ultimi due anni, molti miei colleghi sono arrivati alla conclusione che quanto io scrivo e dico sin dal 2013 non era e non è sbagliato. Basta guardare i numeri e i fatti. E hanno iniziato a copiare, a ripetere quanto da me espresso. Molti miei colleghi oggi condividono quanto detto dal sottoscritto sul Napoli di Benitez, pardon Malitez, sin dall’inizio, sin da quando Benitez iniziò a dare indicazioni a De Laurentiis e a Bigon sul come varare il Napoli. E solo oggi bacchettano in modo pesante Benitez.
Eravamo a luglio del 2013. In quei giorni manifestai dubbi: perchè si stanno inserendo in organico tanti esterni sottovalutando difesa e centrocampo?; perché non si vende Britos che è il palo della luce che costa di più al mondo?; perché non curare la fase difensiva che sarà il tallone d’Achille del Napoli?; in Italia si vince solo prendendo pochi gol e i migliori successi sono quelli per 1-0 come sostiene il grande Trapattoni. Le risposte, in quei giorni, furono che Benitez voleva così, che Britos era preferito a Cannavaro, che il tecnico chiedeva esterni… Mi limitai a ribattere: “Si accorgerà degli errori…, si accorgerà della valenza di Britos (ma è strano che già non la conosca)…; si accorgerà che in Italia si gioca e si vince in modo diverso (strano, però, che già non lo sappia)…”. Supponenza, testardaggine e presunzione sono le peggiori nemiche di coloro che le manifestano.
I fatti, PURTROPPO, mi hanno dato ragione. Le due Coppe vinte sono state importanti, ma tante, troppe occasioni più importanti sono state gettate al vento, con gravi mortificazioni ricevute. Ripeto, i fatti e i numeri mi hanno, PURTROPPO, dato ragione: i 39 gol incassati nello scorso campionato dal Napoli rispetto ai 23 e ai 25 subiti dalla Juventus e dalla Roma. Per non parlare di altri indicativi e significativi numeri di questo torneo: sinora 50 gol al passivo (peggio di un anno fa); una classifica peggiore dello scorso anno; uno svantaggio dalla Juventus abissale, certamente che va ben al di là della differenza dell’organico, della potenza dei due club, di altri fattori che tengono i bianconeri al vertice in Italia e in Europa; le tante occasioni sciupate per restare in Champions (Bilbao), quelle per arrivare in Champions tramite la Europa League (Dnipro) ed ora essere costretti ad affidarsi ad altri, a… tifare per la Roma sperando che batta la Lazio per far sì che il Napoli provi ad andare in Champions; per non parlare delle lezioni tecnico-tattiche ricevute da squadre come l’Empoli il cui organico era nettamente inferiore a quello del Napoli, il cui allenatore, Sarri percepisce molto meno (300mila) rispetto a Malitez che incassa 3,5 milioni netti di euro all’anno. 9.589 euro netti al giorno: pensate a quanti giorni questi soldi sono stati male investiti dal Napoli!

L’organico. Sterile, da ottusi dire che De Laurentiis non ha investito. Al di là dei quasi 400 milioni spesi (a volte gli sono stati fatti spendere malissimo), c’è un dato inoppugnabile: non è possibile pensare che quando il Napoli ha vinto il merito è stato di Benitez e quando ha perso il demerito è stato di De Laurentiis e di Bigon che non hanno fatto gli acquisti richiesti da Malitez. 1) L’organico, con tanti limiti per competere con la Juventus, era ed è sempre lo stesso. Il problema è che è stato utilizzato male, a volte malissimo da Malitez. Con supponenza. Non c’era bisogno di Mascherano e di altri (alcuni hanno rifiutato il Napoli nonostante la generosa offerta di De Laurentiis!) per battere il Bilbao, il Dnipro, l’Empoli ed altre squadre di basso profilo. O no?
Maestri del giornalismo quali Ghirelli, Palumbo, Cassero, Marcucci, Infusino, Pacileo, Carratelli, Scotti, Acampora, Degni (per citarne alcuni) ci hanno insegnato ed abbiamo appreso ad avere il senso della notizia, ad andare a cercarla ovunque, a verificarla prima di pubblicarla, ad avere felici intuizioni, ad anticipare i fatti.
Non fu difficile comprendere che il Napoli avrebbe avuto difficoltà. Testimoni, prove scritte e registrazioni possono attestare che io dal 15 luglio 2013 sostengo che il Napoli avrebbe avuto serissimi problemi nella fase difensiva. Senza, può capitare di vincere una Milano-Sanremo, una classica, ma mai un Giro d’Italia o un Tour de France. Benitez, che è stato sempre accontentato per quelli che erano e sono i parametri del club, la pensava e la pensa diversamente. Era venuto per insegnare, andrà via dopo aver ricevuto tante lezioni. Io non sono stato e non sono felice di aver avuto ragione al di là di quanto scrive o dice qualche beota on line. Avrei volentieri recitato il mea culpa, sarei stato felicissimo se Benitez avesse portato il Napoli verso trionfi importantissimi, a battere la Juventus o solo la Roma e la Lazio. Non potevo avercela con Benitez perché non lo conosco personalmente e perché Benitez era ed è il Napoli, squadra che amo.
E’ stato Malitez il principale colpevole di questo che oggi in tanti definiscono fallimento o disastro. Oggi, scrivono che Benitez lascia macerie. Troppo facile scriverlo e dirlo oggi. Prima tutti ad osannarlo, tutti plagiati dal Verbo, tutti a fare inchini. Ora, tutti o quasi si sono resi conto che a causa di una fase difensiva pessima, colpevolmente sottovalutata da Malitez, il Napoli si ritrova a dover tifare per la… Roma, dopo essere stato mortificato più volte da squadrette, dopo essere stato deriso dalle seconde linee della Juventus, dopo essere stato sfottuto dai cori dello Juventus Stadium.
Non solo la fase difensiva tra le colpe di Malitez. Ci sarà tempo per approfondire il discorso, anche perché le principali accuse io le ho mosse DA TEMPO E PER TEMPO ed oggi, per dirla alla Cassero, vengono copiate e dette da altri. Alcune? In due anni Malitez non si è mai assunto una responsabilità. La colpa di sconfitte e di figure meschine è sempre stata di altri o di altro (calciatori, giornalisti, arbitri, strutture societarie, vivaio…). Inoltre, non si sputa nel piatto dove lautamente si mangia, si banchetta. Come ho già detto nel collegamento con Radio Marte pochi minuti dopo la fine di Juventus-Napoli, fossi De Laurentiis gli macchierei il tanto decantato curriculum con un meritatissimo esonero per evidenti danni causati. Anche in questo caso un primo esempio: il depauperamento economico di due capitali del club, Hamsik e Higuain. Di chi la colpa se due campioni hanno reso al di sotto delle loro possibilità ed oggi vendendoli il danno sarebbe inevitabile? Infine, dissi e scrissi che i maggiori danni Malitez li avrebbe fatti nella fase finale della sua permanenza nel Napoli.
E pensare che Malitez sino a qualche giorno fa si è anche fatto pregare per restare! Vada a fare danni altrove. Vada a sputare altrove le sue sentenze figlie solo di evidenti limiti professionali e del minimo senso di responsabilità quando perde (e in Italia, purtroppo, gli è capitato spesso). Vada altrove a dire che gli manca la vasca per gli idromassaggi, a dire che “se usciamo dalla Champions non sarà una tragedia”… Una domanda: se dovesse perdere al Real, la colpa sarebbe di Cristiano Ronaldo che non ha segnato?
Per chiudere. Il grande Peppe Iodice con sottile ironia ha espresso solidarietà ai tifosi del Real Madrid. La mia va a coloro che a Napoli,  nonostante tutto, oggi si sentono orfanelli e vedovelle.