De Laurentiis alla presentazione del libro “Ciro vive”: “Servono leggi per stadi più sicuri”

294

Presentato nell’Antisala dei Baroni del Maschio Angioino il volume “Ciro vive”, dedicato a Ciro Esposito. Alla cerimonia, insieme ad Antonella Leardi, autrice del volume, al marito Giovanni Esposito, al sindaco Luigi De Magistris, alla giornalista Vittoriana Abate e all’avvocato Angelo Pisani, legale della famiglia Esposito, ha preso parte Aurelio De Laurentiis: “Questo libro è la testimonianza dell’amore di una madre e del suo coraggio nell’affrontare giorno per giorno un immenso dolore”, ha sottolineato il presidente del Napoli. “Abbiamo comprato delle copie del libro che verranno distribuite nelle scuole e in diversi istituti di pena. Quel giorno in cui successe quel dramma non parlai perché potevo essere male interpretato. In Italia ci sono molti poliziotti bravissimi, ma tanti altri che non funzionano. Un poliziotto che ha fatto anche il questore è il signor Tagliente, colui che ha organizzato la finale di Coppa Italia tra Juventus e Napoli dove tutto andò bene, nonostante quella fosse la partita delle partite per entrambe le tifoserie. Non era così quella tra Fiorentina e Napoli, tant’è che dissi alle forze dell’ordine che i problemi non sarebbero mai venuti né dai napoletani né dai fiorentini, bensì da Roma stessa. Con Tagliente, in occasione della prima Coppa Italia che vincemmo, ci riunimmo in una caserma, mi offrì una bella colazione, e stabilimmo le linee guida su come ci saremmo dovuti comportare. Chiamai un dirigente delle ferrovie dello stato per evitare che i tifosi venissero col treno a Roma. Non successe nulla tra i tifos. Giunti alla finale dell’anno scorso viste com’erano andate bene le cose due anni prima, pensavo che si sarebbe agito in ugual modo. Non c’era più Tagliente però, e c’era anche un nuovo capo dell’Osservatorio per gli eventi sportivi che appena mi vide la prima volta esclamò: ‘Ciao Aurelio, io vengo da Salerno e non ci capisco niente di calcio’. Ma allora che ti hanno messo a fare lì vorrei sapere? Le multe non servono, servono leggi. Allo stadio entra di tutto. Gli steward sono inutili, anche se spendo un milione e mezzo di euro l’anno per pagarli. Il problema che nessun ministro degli Interni abbia saputo reprimere la furia degli ultras è gravissimo. In che città protette viviamo se non riusciamo nemmeno a controllare uno stadio di calcio? I responsabili dell’omicidio di Ciro Esposito sono le autorità, la cosa che più mi dà fastidio è che dopo un anno non sono state prese misure preventive. La cosa che ancora mi dà più fastidio è che Roma viene considerata ancora una città tranquilla, basti pensare a cosa è successo coi tifosi olandesi del Feyenoord. Il fatto che si possa entrare nello stadio senza un controllo è gravissimo. Lo steward non serve a niente, perché è sotto pagato e non ha interessi in merito. Se uno arriva e gli dice di togliersi lui si toglie senza fare problemi, mica si può far spaccare la testa. In altri stadi europei la polizia è dentro lo stadio, e noi vogliamo fare i super democratici? Inutile che Renzi dica che dobbiamo pagare un contributo, ma un contributo per fare cosa? Dateci 200 poliziotti a stadio, con noi società che diamo loro delle indicazioni. Ma poi vorrei capire cosa si riesce a fare con il Daspo? Ho preso 60mila euro di multa per una partita dall’Uefa perchè allo stadio entrano bombe di ogni tipo. Allora cosa fa lo stato e la Uefa? Ci mettono una multa. Ma perchè le cose si risolvono con una multa? Servono leggi. Il tutto perchè alla base ci sono sempre i voti. Qui non stiamo parlando di voti, stiamo parlando di estirpare dagli stadi chi ci va per fare altro”. Quindi sulla questione stadio: “Entro poche settimane ho preso l’impegno con De Magistris di portargli un piano per rifare lo stadio, ma consiglio a tutti i presidenti di non fare nulla senza che il Ministro dell’Interno risolva tutti i problemi che ci sono in merito”. Significative anche le parole di Antonella Leardi: “Ho deciso di vivere questo mio dolore trasformandolo in una gioia e in una missione per gli altri. Questo libro è un manuale di pace”.