Chiacchio: “Caso D’Onofrio? Lo seguo per la vicenda sportiva dopo la denuncia dell’assistente arbitrale Avalos. Ignoravo il resto proprio come l’Aia”

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Eduardo Chiacchio parla a Marte Sport Live: “Seguo Rosario D’Onofrio per la vicenda sportiva riguardante la denuncia di un assistente arbitrale, Avalos, che ha registrato alcune telefonate con l’ex procuratore arbitrale. C’è stata la trasmissione degli atti alla procura federale che ha aperto un’indagine. Il 25 novembre prossimo è in programma un’udienza presso la commissione federale di garanzia del Figc, l’organo che può giudicare l’operato dei giudici sportivi: in pratica l’equivalente del Csm nella giustizia ordinaria. Eravamo pronti ad affrontare l’udienza con delle difese molto articolate ma poi è venuto fuori l’arresto del procuratore D’Onofrio. Io, per coscienza, non abbandono D’Onofrio e non rinuncio all’incarico. Certamente, il sistema arbitrale con il caso D’Onofrio ha denotato delle crepe. Io sono convinto della buona fede dei vertici dell’Aia. Ho conosciuto bene l’uomo Rosario D’Onofrio: mi è sembrata una persona molto seria e in gamba, capace di tutelare la propria posizione. Ovviamente ignoravo completamente che fosse stato precedentemente arrestato, come del resto tutti i componenti dell’Aia e della Figc. Come assistito, posso solo dire che era una persona con la quale era piacevole colloquiare. Come sia riuscito D’Onofrio a farsi nominare procuratore capo, non lo so. Avendo valutato il suo operato come difensore, posso solo dire che è stato un procuratore arbitrale molto attento e scrupoloso, capace di avviare ben 1.374 provvedimenti in un anno, tanto è vero che era stato anche premiato per il suo attivismo. Credo che in futuro tutti saranno molto più attenti nel nominare giudici sportivi”.