L’inaffidabile Higuain e il pessimo stil novo della Juve

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VITTORIO RAIO

Qualcuno ha detto: “Stasera, al San Paolo, in occasione della festa dei 90 anni del Napoli, facciamo capire a Higuain a cosa ha rinunciato, cosa ha perso”.
Obiezione. Non l’ha capito quando è rimasto a Napoli per tre anni, non l’ha capito quando si è lasciato coinvolgere sotto la curva del San Paolo in canti, balli e ha urlato parole di passione, di difesa e di fede per Napoli e per il Napoli, figuriamoci se potrà capirlo da lontano, dopo aver deciso spontanemente di rinunciare a tutto questo, di rinunciare ad una cifra più consistente offertagli da Aurelio De Laurentiis rispetto a quella accettata dalla Juve, pur di indossare la casacca bianconera.
Sarà rimasto affascinato dalla Juve, dei tanti scudetti e delle tantissime vittorie, talvolta facilitate e facili in campo e fuori come anche il suo clan aveva detto (al di là dell’indiscutibile forza e bravura), sta di fatto che Higuain ha deciso, ripeto spontaneamente, di rinunciare a quanto gli offrivano Napoli, il Napoli e i napoletani. La Vecchia Signora l’ha ammaliato. Ora bacerà la maglia bianconera e prometterà fede e gol a quel club, a quei tifosi. Fossi un fans della Juve, non mi fiderei. Ecco il perché.
Ribadisco fino alla noia: per me non è un traditore. Anche se il vergognoso comportamento con Sarri e con i compagni di squadra lo fa pensare. E di fatto lo è. Un mercenario non ama un colore, una bandiera, ma è interessato solo al dio denaro. All’insegna de “il fine giustifica i mezzi”. Va dove lo portano il vento, gli interessi e i soldi. Un mercenario non si affeziona, non condivide progetti, non ama. Sa fingere e si batte. Lui non ha mai amato il Napoli e per andare via, pensando da immacolato agli occhi della tifoseria, da martoriato da De Laurentiis, ha gettato fango su De Laurentiis. Quindi, Higuain, da mercenario del pallone (o da nomade per soldi, come ha detto Totti) non poteva tradire e non ha tradito.
Pensate che io lo assolva o ne ammorbidisca la posizione? Errore. Come ho già detto e scritto, definirlo traditore è un modo di trattarlo con i guanti, di nascondere il suo principale difetto. Non perché abbia scelto la Juventus (tutti siamo liberi di andare e di fare quanto vogliamo rispettando le leggi), ma per come si è comportato. E lui si è comportato da uomo piccolo, piccolo. Ha fatto parlare i familiari-manager, è andato a fare le visite mediche per la Juventus di nascosto, ha lanciato assurde accuse su De Laurentiis (cercando di metterlo in difficoltà con i tifosi e al calciomercato!), ha tenuto ovattato il tutto per paura che l’affare-Juve saltasse. L’ha tenuto nascosto anche a chi, Sarri, gli aveva dato tutto e lo aveva trasformato. Anche a chi come Sarri e i compagni lo avevano aiutato a ritrovarsi, ad uscire dal ruolo di riserva del Real Madrid, di ipercriticato con l’Argentina, e a diventare il superprotagonista del campionato italiano segnando 36 gol. Al punto da da far sì che la Juve sborsasse 90 milioni quando solo tre anni prima aveva detto no al suo ingaggio dal Real per meno di 40. Ne aveva offerti poco più di 20….
Higuain, da uomo piccolo, piccolo, ha tenuto tutti fuori dal… programma, si è dimenticato di tutto all’insegna del “scurdammece ‘o passato” per sposare il futuro con la Vecchia Signora. Così prima di vestire la maglia della Juventus in campo ha vestito la maglia dell’uomo inaffidabile fuori del terreno di gioco. Un uomo viziato, dedito all’ira contro i compagni durante le partite, egoista al punto tale da consigliare anche acquisti e cessioni. “Meglio” essere un traditore che un uomo piccolo, piccolo. Un marchio peggiore, a mio avviso, e incancellabile.
Al di là di quanto farà con la Juve, Higuain non pensi di aver risolto il suo rapporto con Napoli e i napoletani raccontando fandonie e tentando di instaurare dubbi e perplessità. A Torino ci sono tanti napoletani, ovunque nel mondo ci sono tantissimi napoletani. Ovunque ci sarà qualcuno pronto a chiedergli il perché di una scelta che Napoli non ha condiviso e non potrà mai condividere. Soprattutto per il modo penoso con cui è stata gestita prima e portata a conclusione poi. Nel pessimo stil novo della Juve.