La favola della Juve, della furbata e della merda

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Ci sono bambini, come i dodicimila reclutati dalla Juventus per riempire le due curve dello stadio, che giocano a fare i grandi e quindi giocano a insultare gli avversari, ad urlare loro parole come “merda” e ci sono grandi che giocano a fare i bambini e a credere ancora nelle… favole che vengono loro raccontate al punto da apparire autentici babbei.

Dunque, per far contenti certi grandi allocchi, ecco la favola della Juve, dei bimbi, della furbata, degli insulti e dei tonti. Tutto nasce dalla squalifica delle due curve dello stadio della Juve per il match contro l’Udinese. Ovvero, come da anni accade in varie parti del mondo, club e tifosi puniti con la chiusura di settori dello stadio o di tutto l’impianto: ad esempio, ne sanno qualcosa il Napoli e il Real Madrid. Chiusura significa che nessuno, senza limiti di età, può entrare in quel settore o in quei settori. Questa regola ha avuto valore sino a quando non sono stati puniti la Juventus e una parte dei tifosi bianconeri per cori di discriminazione territoriale.

La Juventus ha avuto la “splendida” idea di riempire le due curve chiuse con dodicimila bambini. Come se i settori non fossero stati chiusi. Ha chiesto e incredibilmente ha ricevuto l’autorizzazione a far entrare i bambini nelle due curve. Il tutto è stato “venduto” come un segnale di distensione: il volto pulito dei bambini in quei settori macchiati più volte dalla violenza fisica e verbale, il tifo pulito dei bambini in quei settori che spesso vengono etichettati come la parte marcia del calcio.

Ricevuto l’ok, la Juventus è stata bravissima nel reclutare a tempo di record ben dodicimila bambini da portare nelle due curve con tanti accompagnatori al seguito, alcuni anche con maglie bianconere. A questo punto entrano in scena le teste di zucca per dirla alla Sgarbi. Queste teste di zucca, anche a livello nazionale, hanno detto: ben vengano iniziative del genere. Dimenticano che nessuno ha mai osato mettere in dubbio la bontà di iniziative che tendano a dare un volto più pulito al mondo del calcio. E i bambini, almeno in teoria, hanno tale volto. Dimenticano che iniziative del genere sono lodate da tutti, ma ad una condizione: bambini allo stadio gratuitamente, ma nei giorni e nelle gare in cui lo stadio o alcuni settori degli stadi non sono stati chiusi con provvedimento disciplinare. L’Udinese porta bambini nel suo stadio in occasione di ogni gara casalinga. Sin quando il regolamento non verrà cambiato (e non su richiesta di un club, ma possibilmente su richiesta di tutte le società, in avvio di stagione e non sotto la pressione di un provvedimento disciplinare), quei settori dovranno restare chiusi. Per tutti. E’ brutto vederli desolatamente deserti? Intervenga chi di dovere per punire solo chi sbaglia e non per punire un intero settore o uno stadio in quanto non si ha la capacità o non si ha la volontà di punire solo chi sbaglia.

Dunque, ecco i dodicimila bambini che riempiono le due curve dello stadio della Juve. Cantano, urlano, si divertono, sventolano bandiere. Inizialmente regalano il loro volto pulito alle telecamere che li riprendono. E’ bello vederli, ma non bisogna dimenticare che in quei posti non potrebbero starci se non fosse arrivata un’assurda deroga su richiesta della Juve. I bambini hanno sul capo un cappellino sponsorizzato. C’è scritto “fate i buoni”. Un invito rivolto ai grandi che sono assenti?

Ha inizio l’incontro con l’Udinese. Dalle curve chiuse per discriminazione territoriale, spesso protagoniste di cori razzistici, partono cori che sono gli stessi che si ascoltano quando in quei settori ci sono i grandi. Ad ogni rinvio dal fondo del portiere dell’Udinese, si ascolta contemporaneamente la stessa, sporca parola: “Merda”. Una parola che sporca l’iniziativa e la fa fallire da sùbito, una parola che dimostra quanto bravi siamo stati a macchiare anche i nostri figli.

In questa favoletta in cui i babbei hanno un ruolo importante c’è da porre una domanda a tutti: ma davvero pensate che il coro “merda” sia nato spontaneo, che dodicimila bambini che ovviamente non si conoscevano, che hanno occupato due curve lontane possano aver deciso spontaneamente e contemporaneamente di far partire la parola “merda”? Possibile che non ci sia stata alcuna regìa o alcun suggerimento da parte di qualcuno ovviamente al di fuori del club? Faccio fatica a crederlo. Lascio ai creduloni la favoletta del calcio pulito, dell’iniziativa splendida, dell’esempio da seguire… Chiacchiere, belle parole (sic!), ottimi propositi che la Juventus ha sfruttato a suo uso e consumo confermando che è lei (con il Milan) a comandare il mondo del pallone. La Juventus ha sfruttato il potere che ha. Ha poi ha vinto meritatamente sul campo con un’altra prestazione di grande intensità e bravura. Gli altri critichino pure. Il tutto approfittando anche dei tanti che credono nelle favole nonostante l’età avanzata e nonostante poi da quel settore chiuso a tutti, quei bambini si siano dimostrati organizzati e volgari come chi affolla normalmente gli stadi. E il giudice Tosel? Oggi, ha multato la Juventus: 5.000 euro in quanto “i suoi giovanissimi sostenitori hanno offeso ripetutamente un calciatore della squadra avversaria”. Ma l’importante è solo aver riempito quelle due curve, che poi la Juventus abbia vinto… Il resto, merda compresa, verrà dimenticato.