Meriti e demeriti di Benitez, il nostro Felice Sorridente

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A guardare le classifiche (campionato e Champions) c’è solo da complimentarsi con Rafa Benitez, il Felice Sorridente (personaggio de “L’ospite gradito” di Peppino De Filippo) al quale Aurelio De Laurentiis ha affidato il Napoli per il dopo-Mazzarri. E Benitez-Felice Sorridente è terzo in campionato (nove vittorie, un pareggio e due sconfitte) ed è leader in Champions. Ecco perché bisogna alzarsi in piedi ed applaudire Benitez. E’ vero, avrebbe potuto fare meglio e di più, ma considerando tanti aspetti (che prenderò ancora una volta in esame), c’è solo da fargli i complimenti.

Gli aspetti. Il Napoli ha un nuovo allenatore, un nuovo vice, un nuovo preparatore atletico, un nuovo modulo, un nuovo team manager, un nuovo organico nel quale sono stati inseriti tanti elementi provenienti da altri campionati e Paesi, un nuovo modo di interpretare il gioco del calcio.

Se a tutto ciò aggiungiamo che la fortuna non ha sempre aiutato Benitez (infortuni e contrattempi muscolari con relative gestioni dei singoli calciatori: Zuniga, Maggio, Albiol, Britos, Higuain, Mesto) e che il tecnico ha dovuto… affrontare i casi-Cannavaro e Hamsik amalgamando in tempi brevi il gruppo a sua disposizione, c’è solo da fargli i complimenti considerando che talvolta ha anche avuto presenti-assenti Higuain e Hamsik (quest’ultimo, a mio avviso, non per questioni tattiche, ma per problemi psico-fisici).

Ciò premesso, non dimentichiamo qualche errore di base dello stesso allenatore. Alcuni di questi errori io li ho messi in evidenza già prima dell’inizio del campionato.

Libero Benitez di scegliere uomini e modulo; libero Benitez di non utilizzare Cannavaro, di preferirgli sùbito Britos; libero Benitez di non chiedere a De Laurentiis (che era prontissimo a fare nuovi investimenti) altri rinforzi soprattutto in difesa e a centrocampo; libero Benitez di scegliere una preparazione atletica sui generis i cui esiti li verificheremo a gennaio e a febbraio, ma libero anche io di fare alcune osservazioni: 1) in difesa, al Napoli manca dall’inizio perlomeno un Campagnaro; 2) Maggio è un esterno alto e non basso, come non lo sono Zuniga e Armero: i tre vengono utilizzati in ruoli e con compiti a loro poco congeniali; 3) Britos non ha mai dato sicurezza al reparto (con i soldi per lui investiti la Fiorentina nello scorso campionato ha costruito l’intero, valido centrocampo); 4) non si può pensare di affrontare un’intera stagione avendo solo Behrami in interdizione, a protezione di una difesa già debole, monca e poco omogenea, considerando tra l’altro che lo svizzero per caratteristiche e per grinta può andare incontro a squalifiche e a cali atletici; 5) al di là della marcatura di Pirlo, non si può regalare alla Juventus, già migliore per organizzazione, organico e intensità, il centrocampo: sia per quantità che per qualità di uomini.

Nonostante le succitate considerazioni e nonostante gli errori elencati (alcuni gravi), vedo il Napoli in alto nelle due classifiche. Ecco perché dico: viva Benitez. Continui ad essere il nostro Felice Sorridente.

PS. Complimenti a Benitez anche perché dopo Juventus-Napoli ha dato una lezione di stile a Conte. A chi era stato sprezzante, arrogante e provocatorio già prima della partita, a chi si sente superiore solo perché veste “quella” maglia e perché ritiene di essere depositario di tutte le verità calcistiche, Rafa, nonostante la rabbia per il 3-0, è andato a stringergli la mano. L’ha fatto per primo con gesto spontaneo e di classe mentre l’arrogante già stava dirigendosi verso il centrocampo per festeggiare con i suoi calciatori. Bravo Rafa.