/ De Laurentiis: “Insigne bandiera vera del Napoli, come Hamsik. Mertens ha una situazione familiare da chiarire”

De Laurentiis: “Insigne bandiera vera del Napoli, come Hamsik. Mertens ha una situazione familiare da chiarire”

Aurelio De Laurentiis e Lorenzo Insigne hanno firmato il rinnovo di contratto fino al 2022. Comincia il presidente del Napoli:

Insigne è la bandiera del Napoli?

“Insigne è la bandiera del Napoli. A me fa molto piacere che Lorenzo lo sia. Ci vuole il tempo per creare rapporti duraturi. Noi abbiamo aperto una pozza in un deserto. Spesso ci si dimentica di questo e si chiedono campi di allenamenti, lo stadio e le strutture per le giovanili. Ma noi stiamo lavorando. Dal vivaio abbiamo tirato fuori Lorenzo Insigne e altri ne verranno. Napoli come città e contesto ha vissuto un periodo terribile, ricordo l’emergenza rifiuti, quello delle tossicità nascoste per non parlare poi dell’incapacità di tutelare il territorio non solo campano, ma italiano. E’ molto difficile fare successo a Napoli e noi lo stiamo avendo con onestà intellettuale e con grande senso di umiltà. Abbiamo avuto due sindaci completamente diversi, due presidenti di Regione diversi, noi siamo rimasti al nostro posto e avevamo capito che dovevamo fare la nostra strada in maniera dirompente e non ci siamo negati nulla. Abbiamo costruito quello che con le nostre forze potevamo costruire. La memoria fa paura a tutti quanti, ma non dimentichiamo che noi siamo entrati nel calcio alla vigilia di Calciopoli e che continua a creare dubbi su uno sport che dovrebbe essere chiaro”.

 Questo passo è importante per lo scudetto?

“Il secondo posto non è uguale, ma prima o poi riusciremo a conquistarlo. Non ho mai avuto paura della competizione anche nel cinema. Adesso sono arrivati i cinesi nel calcio e ben venga il rafforzamento dell’Inter e del Milan”.

 Gaetano può essere l’Insigne del futuro?

“Lorenzo è unico abbiamo il marchio di fabbrica. Gioca un calcio suo che non è paragonabile ad altri. Speriamo che vada avanti pure il fratello”.

 E’ un passo importante per il progetto. Ci sono novità su Mertens?

“Lorenzo è uno che nasce con amore, ardore e passione sul territorio. Vuole essere una bandiera del Napoli. E’ un sentimento che si può avere con qualcuno, tipo Hamsik, ma non lo si può riscontrare in tutti. Noi siamo quelli del progetto e non abbiamo paura di perdere qualche pezzo. E’ inutile trattenere qualcuno. Chi resta, ama Napoli. Chi la odia, non ci può restare o non può venire. Napoli è un qualcosa di particolare, è diversa da Torino o da Manchester. Napoli ha una storia che è coinvolgente secolo dopo secolo e non è la solita pappa. Non si può abbandonare un contesto così importante come la napoletanità. Io mi sento napoletano grazie a mio nonno e a mio padre. Quando qualcuno va via, ce ne faremo una ragione, poi è anche noioso allenare sempre gli stessi giocatori. Il Napoli è un contenitore dove ci sono bandiere inaffondabili come la sua o come Marek, ma il resto è in fieri. Se tu cambiassi allenatore, magari un catenacciaro, il gioco sarebbe diverso. Io magari non lo sceglierei perché ho imparato dopo aver scelto Sarri. Nel calcio non c’è matematica. Sono contento di questo progetto, è il film che mi è riuscito meglio. Non mi sono mai stancato o sentito offeso. Se ci fossero altre difficoltà che ben vengano”.

Le danno fastidio le voci su Sarri?

“No, mi fanno piacere. Capita pure con gli attori e i registi. Provano a portarmeli via, ma i contratti sono i contratti. Li so fare e diventa un po’ complicata. Nel mondo del calcio come quello del cinema c’è tanta approssimazione. Ci sono degli oggetti del desiderio come lui che vale la pena trattenere e ce ne sono altri per cui non vale la pena e non mi riferisco a Dries. Mertens ha una situazione familiare che non ha ancora chiarito al 100%, ne stiamo parlando. Ha fatto tanti gol grazie a Sarri. Magari con un altro allenatore e con un altro schema di gioco ne fa 10. Dobbiamo stare molto attenti”.

E’ già tempo per fare un bilancio di questa  stagione. Oppure è legato al secondo posto?

“Il secondo o il terzo posto vale solo per i numeri contabili. Siamo ancora nella rappresentazione di questo film. Mancano alcune giornate fondamentali. E’ un’annata fantastica, abbiamo quattro giocatori in doppia cifra. Poi aspettiamo Milik che si è infortunato al crociato. E’ un problema serio. Bisogna far tesoro di questa esperienza e l’anno prossimo sarà molto divertente avere cinque giocatori in doppia cifra. Non dimentico Pavoletti. Non credo si debba parlare di mercato. Ci vorranno degli innesti sulle fasce. Su Koulibaly è chiaro: dipende dalla sua volontà. Comunque in difesa abbiamo tanti giocatori forti. Per la perfezione di Sarri ci vuole l’assimilazione e una grande capacità fisica. Non può mancare nulla. Ci vogliono sei mesi per imparare alcuni concetti. Non sono un cretino e se ho investito 23 milioni in Maksimovic, sono convinto delle sue capacità. Ho rinnovato il contratto di Albiol perché ha un cervello strepitoso. E’ intelligente e sa esattamente come fare. Non ho nulla da rimproverare ai miei giocatori. Vorrei trattenerli tutti e ripeto se qualcuno chiedesse la cessione, ce ne faremmo anche questa volta una ragione. Con Insigne abbiamo trovato un’intesa e c’è un matrimonio vero. Non c’è stato bisogno di mettere la clausola rescissoria. Ha sposato la bandiera del Napoli”.

E’ l’unico che non ha la clausola?

“Hamsik non ce l’ha. Nemmeno Reina. Gli altri non me li ricordo”.

 Ha voluto fortemente Insigne nel 2012. Questo rinnovo è un suo successo?

“Lorenzo è sempre stato protagonista. Volevo pure Verratti, ma non ci siamo potuti accordare. Mazzarri voleva un altro tipo di giocatore e mi chiese altro. Col Pescara segnò tantissimo. Fu un’annata clamorosa. L’ho sempre seguito, già dal primo rinnovo. Ha avuto subito un contratto abbastanza ricco, ma questo mi fa piacere. Se c’è qualcuno onesto sul territorio, va premiato”.

 Cosa accadrà con Reina. E’ un punto fermo per la prossima stagione?

“Sì lo è. Ha il contratto ancora di un anno. E’ chiaro che dobbiamo cominciare a pensare al futuro. Non posso andare a prendere un bravissimo portiere molto giovane di 20 anni, ma mi devo orientare per un portiere che abbia una sua maturità. Poi dopo diventa fondamentale la capacità di saper gestire due prime donne, nel senso che entrambi vanno utilizzati. L’età giusta va dai 25 ai 28 anni”.

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