Ancelotti: “Per passare ci vogliono coraggio, intelligenza e cuore. Ritiro? Ero contrario. Callejon farà parte del Napoli in futuro”

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Carlo Ancelotti parla alla vigilia della sfida con l’Arsenal

La ricetta per la semifinale?

“Ci vogliono coraggio, intelligenza e cuore”.

Il Napoli ha queste caratteristiche?

“Il coraggio l’ho visto poco nella prima partita, l’intelligenza c’è stata nel secondo tempo di Londra, il cuore è quello che ci metteremo domani, oltre ad una dose alta di intensità. E’ una grandissima opportunità. Serve un atteggiamento mentale positivo. Saremo sicuramente aiutati in questo da un ambiente che sarà straordinario”.

Giocherà  con i tre attaccanti?

“E’ una possibilità”.

Cosa insegna l’Ajax?

“La Champions e le partite europee sono imprevedibili. Le squadre favorite sulla carta non possono sentirsi tranquille. Basta sbagliare un periodo di una partita per andare in difficoltà. La Juve non si è fatta trovare pronta nella seconda parte di ieri che era decisiva ed è andata fuori. Niente di nuovo. Questa è la Champions”.

Domani è una partita perfida?

“Non è perfida. E’ una grande opportunità. Siamo l’unica squadra italiana in Europa, speriamo di esserci anche venerdì. Abbiamo novanta minuti a disposizione, la gara potrebbe durare oltre. Non ci sono ricette. Sono convinto che possiamo farcela”.

Come si evita il primo tempo di Londra?

“La prima parte della partita di Londra è stata determinata da due fattori: una è stata tattica, l’altra è ambientale e ci hanno un po’ impaurito. Queste condizioni domani non ci saranno. Avremo l’ambiente totalmente opposto”.

Il San Paolo è sempre stato decisivo in Europa

“Il binomio ha sempre funzionato. Se giochiamo bene, lo stadio ci può dare una mano come ha sempre fatto”.

Quale sarà la strategia di domani?

“Faremo una partita offensiva ma con equilibrio. L’Arsenal è temibile in contropiede e noi non possiamo farci condizionare. Se disputeremo una buona gara,  ci sarà anche la giusta personalità”.

L’Ajax è la migliore espressione del calcio mondiale?

“E’ stata una sorpresa, ha costruito un ciclo con giovani di grandissimo valore e per cui sono riusciti ad ottenere questo traguardo. Non penso che vinceranno la Champions League. E’ un calcio propositivo che mi piace: è una squadra che difende in maniera molto individuale. E’ molto brava”.

E’ vero che la squadra non voleva restare a Verona?

“Il contrario ero io, poi abbiamo valutato insieme e abbiamo deciso che fosse meglio così. Personalmente penso che sia meglio tornare a casa con i propri figli piuttosto che stare davanti ad un computer. Sono contrario ai ritiri”.

Qual è la ricetta per vincere?

“In Italia non è permesso avere una programmazione lunga come l’Ajax. Si chiede soltanto il risultato”.

Quanto contano le indicazioni di Verona?

“La partita di Verona ci ha fatto togliere un po’ di scorie e siamo ripartiti con maggiore convinzione”.

Callejon farà parte del progetto futuro?

“Sì. Se un giocatore esprime la volontà di rimanere, è positivo per la società e per l’allenatore. Ne abbiamo parlato, noi vogliamo tenerlo: ha qualità, serietà e senso di appartenenza. Avere giocatori con queste caratteristiche è una delle chiavi per vincere, parlo del Barcellona, del Milan e del Bayern Monaco. Vestire la maglia dà qualcosa di speciale, Callejon è uno di questi”.

Cosa farà in difesa?

“Il problema non è legato ai quattro difensori, ci è mancata la compattezza, questo è il motivo dei gol presi. Si è creato uno spazio tra difesa e centrocampo, dove diventa facile infilarsi. Il miglioramento deve essere fatto sotto questo punto di vista”.

Lei cosa pretenderà da se stesso e dalla squadra?

“Si può pretendere e pretendo dai miei giocatori il massimo impegno e la massima concentrazione. Il risultato sportivo è qualcosa che noi pur avendo grande attenzione e applicazione non si può garantire. Non posso farlo. A me personalmente il verbo pretendere non carica”.