Gigi Cagni parla a Marte Sport Live: “Per me il Napoli è favorito perchè è la squadra più attrezzata poi non so cosa accadrà nel corso della stagione. Di certo Conte è un allenatore vincente, non a caso lo scorso anno ho detto che in due anni avrebbe vinto lo scudetto. Oggi l’allenatore è quello che conta più di tutti, per me l’allenatore nel calcio conta almeno il 50%, ed anzi per me Conte incide all’80% sul destino del Napoli. Senza Conte lo scorso anno il Napoli non avrebbe vinto lo scudetto. E sia chiaro, si vince con i calciatori forti, ma per vincere serve avere un tecnico come lui, capace di gestire situazioni e calciatori nell’arco del campionato. L’Inter, che era più forte dello scorso campionato, è arrivata cotta a fine serie A. Conte invece ha tenuto il Napoli sempre lì, vincendo di misura, avendo la migliore difesa del campionato. Così si vince! De Laurentiis, che è un presidente intelligente, avendo disponibilità economiche, grazie alla sua gestione, intendiamoci, lo ha accontentato. Ecco perchè i presidenti dovrebbero pagare bene innanzitutto gli allenatori. Il Napoli di Conte parte davanti all’Inter anche perchè il tecnico dei nerazzurri è meno esperto. Il curriculum serve, qui l’esperienza non la fa più nessuno, si passa direttamente dalla Primavera alla prima squadra. Oggi dico che io ho avuto la fortuna di fare la gavetta, arrivando in serie A dopo cinque anni di serie inferiori. Come ha fatto, ad esempio, Italiano. Per me, oltre a Conte, chi farà bene saranno sicuramente Gasperini, Allegri, Pioli e Italiano. Con questo non dico che Chivu o Tudor non sono allenatori preparati, ma è diverso guidare un organico e una squadra nei momenti delicati con o senza esperienza. Dopo il Napoli, che parte davanti a tutti, c’è la guerra. Ovviamente parliamo di valore degli organici, servono 7-8 partite per avere idee precise sulle potenzialità delle squadre. Per me il dato che ci siano diversi calciatori vicini ai 40 anni in serie A non significa sminuire il nostro campionato. Ci si affida agli esperti perchè non ci sono più calciatori di personalità, tant’è che gli allenatori sono i veri leader”.