Erano “pacchi”, oggi sono i veri padroni del vapore

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VITTORIO RAIO

Tanti anni fa, venivano trattati come “pacchi”. E venivano spediti, pardon, trasferiti come tali da una società ad un’altra con una semplicità irrisoria. Non avendo alcun diritto, non potendo opporre una resistenza valida. I “pacchi” erano i calciatori. E non era giusto, non era logico, non era umano. Nonostante avessero un sindacato, non riuscivano a tutelare i propri interessi.
Da quegli anni bui ad oggi è trascorso tanto tempo. Dalla legge-Bosman in poi i calciatori hanno acquisito sempre più diritti. Giustamente. Nel tempo, però, come spesso capita si è passati dalla a alla z. Da zero diritti ad un’arroganza nelle scelte, nelle decisioni che mette il calciatore sul banco degli imputati. Da “pacco” ad arrogante proprietario del proprio futuro nonostante abbiano contratti liberamente sottoscritti che li tutelano in tutto e per tutto in caso di stagione-no o di un infortunio, ma che vengono considerati carta straccia se solo si è giocato bene un campionato, se da altri club arrivano proposte economiche decenti o indecenti. E il calciatore che era un “pacco” diventa il reale, nuovo proprietario del vapore-calcio. Le società? Sembrano subire passivamente. Cui prodest? Non hanno poteri? Così fan tutte se si tratta di creare turbativa e di portar via con ogni mezzo un calciatore ad un club avversario all’insegna dell’oggi a me domani a te?
Così quelli che erano “pacchi”, ora nonostante siano legati da contratti, lauti contratti, si permettono di disertare gli allenamenti, di scomparire e non farsi rintracciare dalle società che puntualmente li pagano. Fanno loro il coro di alcune curve “noi facciamo il c… che vogliamo”. Dettano condizioni sul proprio futuro, fa nulla se contrasta visibilmente con gli interessi del proprio club. Le multe? E chi se ne frega… Vogliono contratti quinquennali e solidi economicamente, vogliono incidere nelle scelte per il varo dei nuovi organici, pretendono di decidere acquisti e magari anche qualche cessione eccellente. A qualcuno fischieranno le orecchie…
Giusta l’inversione di tendenza dagli anni bui, ma non si dica che ora è tutto giusto? Non esistono più regole se non quelle che tutelano al cento per cento i calciatori.
E assistiamo a un Diawara che scompare e fa sapere che intende andare via. In barba al tesseramento. A un Maksimovic che decide di sciogliere il contratto e decide dove andare a giocare. A un Icardi che, grazie anche ai tweet della compagna, “gioca” con il Napoli e mette l’Inter in condizione di accontentarlo in tutto e per tutto. Pochi casi pubblicizzati, ma ci sono tanti altri casi che dimostrano che ad alti livelli sono i calciatori e i procuratori che comandano. Da “pacchi” sono diventati loro i nuovi, veri padroni del vapore.