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Sarri verso la Champions League, Benitez verso la… Championship

VITTORIO RAIO

C’è da superare l’ultimo ostacolo, il Frosinone, e il Napoli avrà compiuto un’impresa straordinaria. Sarà secondo in campionato (ovvero la prima delle squadre “normali” in quanto la Juventus disputa un torneo a parte per diversi motivi) e avrà acquisito il diritto di partecipare alla Champions League senza la fase di qualificazione che tocca alla terza classificata. Un’impresa quasi impensabile, che solo i più ottimisti degli ottimisti potevano pronosticare in avvio di questa stagione in cui De Laurentiis e Sarri erano stati bersagliati da critiche feroci, di basso profilo, meschine. Se Champions diretta sarà, e tutto lo lascia prevedere, De Laurentiis avrà fatto un altro passo verso la costruzione di un Napoli che si assesta anno dopo anno nell’élite del calcio europeo e Sarri si sarà preso una soddisfazione calcistica straordinaria considerando il clima di scetticismo che l’ha circondato dal giorno in cui fu annunciato il suo ingaggio dal Napoli.

Strana la vita. A Benitez, al pluridecorato Benitez, si chiedeva molto e poi ha dato poco (basterà ricordare, ad esempio, il rendimento della seconda stagione con il quinto posto); a Sarri si chiedeva poco ( in quanto era considerato il signor Nessuno) e ha dato molto. Per risultati, per gioco, per tutto. Ha commesso qualche errore? Non mi risulta che ci siano esclusivisti di errori.

I meriti di Sarri sono tanti e di vario genere. Ha portato il Napoli al secondo posto; ha in squadra il capocannoniere del torneo, Higuain; ha il record di punti nella Storia; è stato fantastico nel coinvolgere nel gioco (e non solo) anche fuoriclasse e campioni, anche quelli legati a filo doppio a Benitez che li aveva voluti nel Napoli (come Callejon, il migliore in assoluto per rendimento, continuità, professionalità e spirito di sacrificio); non ha mai scaricato le colpe su altri (uomini e cose) come spesso aveva fatto il suo predecessore; la sua squadra ha comandato il gioco in quasi tutti gli incontri disputati e contro tutti gli avversari, in casa e fuori; ha rivalutato il costo dell’intero organico, trasformando calciatori da… rottamare in calciatori che hanno riavuto il valore importante che avevano prima del passaggio della mongolfiera-Benitez nel cielo di Napoli (basta citare Hamsik e Jorginho); è stato bravissimo a tenere bassissimi il profilo e le aspirazioni del Napoli anche quando, stando al primo posto, tanti gli chiedevano di stravincere il campionato, anche quelli che malignamente avevano sorriso quando Sarri era diventato il tecnico del Napoli; essere riuscito al primo tentativo di portare il Napoli in Champions dove altri, più illustri, avevano misreramente e colpevolmente, fallito; avere ad oggi 16 punti in più rispetto allo scorso campionato (ovvero il Napoli è la squadra che ha fatto meglio: più 2 la Juve, più 7 la Roma); aver migliorato sensibilmente la fase difensiva (c’è ancora da lavorare anche se spesso Reina è rimasto… disoccupato), autentico tallone d’Achille del Napoli di Benitez; poter guardarsi intorno e vedere che tutti vogliano i calciatori del Napoli: Higuain, Hysaj, Koulibaly, Mertens, Callejon, Albiol, Hamsik, Insigne, Gabbiadini… Potrei continuare citando alcune statistiche Sarri ha ben evidenziato alla vigilia del match con il Torino. In definitiva un lavoro fantastico di Sarri e di tutto il suo staff composto da ottimi professionisti.

Nonostante tutto questo (gioco che è stato definito tra i più belli e spettacolari d’Europa e risultati straordinari), spesso Sarri è stato messo sulla graticola. A lui sono state rimproverate cose e situazioni che erano state trascurate da alcuni quando alla guida del Napoli c’era la mongoliera-Benitez… Strano. Adesso a poche ore dalla fine dei tornei, vediamo Maurizio Sarri che con pieno merito va verso la Champions League e Rafa Benitez che con pieno demerito va verso la Championship. Pensava, probabilmente, che bastasse la sua presenza per risollevare il Newcastle. Se per Benitez sarà Championship, il vate dovrà iniziare a riflettere seriamente. In due anni ha sommato solo mortificazioni professionali: prima ha perso 3 volte la possibilità di centrare la qualificazione in Champions con il Napoli nella stessa stagione, poi è arrivato quinto con il Napoli (piazzamento fallimentare considerando l’organico a disposizione e l’ingaggio del tecnico), quindi nella sua Spagna prima ha fatto giocare nel Real Madrid un calciatore squalificato, poi è stato licenziato dal club tanto amato; infine, in Inghilterra è a pochi passi dal baratro. Auguri Benitez, solo chi cade può risollevarsi.

Ritorniamo al Napoli. Guai a sottovalutare l’impegno di sabato sera. Il Frosinone giocherà con la mente libera, un requisito a volte fondamentale. Il Napoli avrà l’obbligo di prendere i tre punti onde evitare sorprese spiacevoli anche se il Milan non potrà permettersi di fare regali e dovrà giocarsela (e vincere) contro la Roma.

Un’osservazione. Higuain ha disputato un campionato eccezionale. E pensare che senza il lungo stop impostogli dalle decisioni di Irrati e Tosel (al di là dell’ingenuità del bomber) e senza la sfortuna (il palo) e l’errore di ieri sera di Damato (c’era il rigore per il fallo in area di Gaston Silva su Higuain), oggi Gonzalo potrebbe aver già raggiunto anche l’immenso Nordhal a quota 35. Ha ancora novanta minuti per cercare l’impresa nell’impresa. La meriterebbe.

 

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