/ Ulivieri: “Spalletti ha accettato la Juventus perché ne aveva bisogno. Napoli-Como sfida tra calcio efficace e calcio estetico”

Ulivieri: “Spalletti ha accettato la Juventus perché ne aveva bisogno. Napoli-Como sfida tra calcio efficace e calcio estetico”

Calcio Napoli News: il presidente dell’Assoallenatori a Radio Marte parla della scelta di Spalletti e del confronto Conte-Fabregas in Napoli-Como

 

Il trauma di Spalletti da ex Ct

“Spalletti alla Juventus? Sono amico di Luciano, lasciatemi dire che a noi allenatori la panchina manca quando non c’è… Lui, poiha subito un trauma grosso per via dell’esonero da Ct della Nazionale. Credo che Spalletti abbia vissuto male quest’ultimo periodo, e ora gli capita l’occasione Juventus che non può rifiutare. Anche io sono un tifoso della Fiorentina ma sono stato a Bologna per anni ed ho amato la città, tant’è che quando non ci sarò più vorrò essere sepolto con la tua del 1996-97 del Bologna addosso. Io non ho giurato fedeltà. Sulla polemica tra Conte e Marotta in linea di massima in passato ci avevano sempre detto che ad un presidente risponde solo un pari grado, ma i tempi sono cambiati. Quello che ha detto Conte è una dichiarazione da dirigente, ma lui non si è mai tirato indietro di fronte alle responsabilità”.

 

Per Fabregas conta di più lo spettacolo

“Sabato c’è Napoli-Como, che potremmo definire la sfida tra il calcio efficace di Conte e il calcio estetico di Fabregas. Non so se quella lariana è la squadra che gioca meglio, sicuramente la proposta è piacevole. Però le squadre che vincono i campionati, oppure che ottengono le promozioni, vincono anche quelle partite che non dovrebbero vincere. Il Napoli di Conte, ad esempio, è primo perché è riuscito a portare a casa anche le gare in cui non ha dominato o giocato meglio. Le squadre che hanno un calcio efficace sono queste. Quando a Coverciano spiegavo le funzioni dell’allenatore dicevo che bisogna pensare al risultato come prima cosa, poi allo spettacolo e infine alla crescita dei cinque giocatori. Questi sono i tre obiettivi. Era presente anche Fabregas ad una di queste lezioni e mi disse che per lui andava cambiato l’ordine: prima lo spettacolo, poi il risultato e la crescita del giocatore. Ha un modo diverso di vedere le cose”

 

 

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