C’è chi dice che il Napoli è più forte rispetto alla scorsa stagione; c’è chi ha assegnato un 8 alla campagna di compravendita del club; c’è chi ritiene che la squadra di Mazzarri saprà farsi rispettare e puntare al massimo in campionato, ma avrà qualche problema in Champions; infine, c’è chi dispensa ottimismo sull’intera annata che vedrà in campo Cannavaro e compagni. A regalare ottimismo a tutti i livelli sono stati in tanti, quasi tutti. Anche coloro che, da anni, si sono contraddistinti per le malignità pronunciate, per il pessimismo manifestato, per il voler essere a tutti i costi bastian contrari, magari perché alla ricerca di un’identità. Nell’ultimo mese, ho letto solo elogi e lodi per De Laurentiis, per Bigon, per Mazzarri. Non che non le meritino, ma ritengo siano state eccessive e, conoscendo certi polli, non mi meraviglierei se lodi ed elogi fossero vere trappole tese: hai un’ottima squadra, devi puntare a vincere, se sbagli, hai fallito a tutti livelli, societario e tecnico.
Personalmente, ritengo che la politica dell’equilibrio, quella insegnatami da maestri quali Palumbo, Ghirelli, Marcucci, Cassero, Acampora, Infusino, Carratelli, Degni, Masiello, Pacileo (chiedo scusa se ho dimenticato qualcuno), sia sempre la migliore, quella che alla lunga paga. Non a caso, qualcuno oggi tesse le lodi di De Laurentiis dopo aver cercato di gettare tonnellate di fango sulla gestione del patron del Napoli. Quando si dice la coerenza… Non che non si possa cambiare le proprie idee, ma mi sembra pura follia (o altro?) salire e scendere dai carri a seconda delle convenienze, dei momenti…
Alla vigilia dell’esordio del Napoli in questa stagione credo che si possa essere moderatamente ottimisti. Non tanto per gli inserimenti dei nuovi arrivati, quanto per la permanenza in azzurro di Mazzarri (avrà certamente le stesse motivazioni, le identiche idee vincenti, eguali grinta e concentrazione della precedente esperienza) e del gruppo-base. L’importante è che Mazzarri ed i suoi affrontino la nuova, impegnativa stagione con le stesse caratteristiche espresse sino a maggio scorso: umiltà, spirito di sacrificio, andare in campo sempre con la stessa mentalità, non sentirsi più forti di alcun avversario, non sottovalutarlo, credere nel proprio lavoro, onorare sempre la maglia.
In definitiva, il Napoli 2011-2012 dovrà dimostrare sul campo di essere più competitivo, più forte del Napoli 2010-2011. Confermarsi a certi livelli è spesso più difficile, più ostico. Mazzarri lo sa bene. Dovranno comprenderlo anche tutti i calciatori. Dalla gara di Cesena in poi, sino all’ultimo impegno della stagione. In bocca al lupo, Napoli.