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La Pellegrini, la bandiera e il lavoro in verticale

“Ma quale gaffe! Chi non capisce che è impossibile stare otto ore in piedi prima di una gara non è dotato di molta intelligenza”. Così Federica Pellegrini dopo aver ribadito il suo no a portare la bandiera dell’Italia ai Giochi olimpici.
“Prendo atto. Ma ripeto: portare la bandiera ai Giochi non è una Via Crucis…”, la replica garbata, di classe di Gianni Petrucci, presidente del Coni.
“Non si sta in piedi otto ore, ma due: Chechi aveva la gara sùbito, ma non si tirò indietro”, l’osservazione di un grande come il canoista Antonio Rossi, portabandiera a Pechino 2008.
“Fu una gioia immensa. Il fatto di stare in piedi o meno tante ore, non mi è passato nemmeno per il cervello perché quello che mi veniva proposto era un premio alla mia persona, era una medaglia ulteriore”, ha detto la fiorettista Giovanna Trillini, portabandiera ad Atlanta 1996.
“… d’altre parte credo che ci siano atlete più titolate per questo ruolo, come la Vezzali”, ha affermato, tra l’altro, una big dello sport italiano quale è Antonietta Di Martino, intervenendo con arguzia sulla questione.
Personalmente, ritengo che la Pellegrini vada almeno compresa quando dice che è una fatica restare in piedi. Per ore, in verticale. Soprattutto lei che è abituata a stare spesso in orizzontale.

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