/ Ma il Napoli non era ritenuto “debole, monco e poco competitivo”?

Ma il Napoli non era ritenuto “debole, monco e poco competitivo”?

Anche io sogno, anche io spero, anche io guardo al futuro del Napoli con cauto ottimismo. Un cauto ottimismo trasmessomi non solo dai risultati della squadra, ma soprattutto dall’autorevolezza con la quale si esprime la formazione di Mazzarri al di là degli uomini che la compongono. E non solo in questa stagione. Dico cauto per più di un motivo: innanzitutto, perché sarebbe brutto “destarsi” e vedere che è stato soltanto un sogno; poi, perché l’esperienza di tantissimi anni mi ha insegnato che faranno di tutto per mettere il bastone tra le ruote al Napoli (senza stare a menzionare i tanti arbitraggi che hanno danneggiato gli azzurri, ricordo solo quello molto colpevole di Rizzoli in Napoli-Milan: con un pareggio ora il Milan avrebbe solo un punto di vantaggio su Cannavaro e compagni!); infine, perché non dobbiamo mai dimenticare l’obiettivo iniziale: migliorare il piazzamento della passata stagione. Tutti a settembre scorso avrebbero firmato per un terzo-quarto-quinto posto del Napoli in questo campionato. Coloro che sono generalmente obiettivi ed equilibrati ed anche coloro che “brillano” in quanto minchioni, incoerenti, ipercritici in malafede, opinionisti maldestri dalle opinioni a giorni o a settimane alterne.
Gli ipercritici, però, devono tener ben presente quanto hanno detto e ribadito sin dall’inizio della stagione: “Il Napoli non è competitivo, è monco e poco omogeneo”. Inoltre: “Mazzarri è un tecnico che sa far giocare la sua squadra solo con il 3-5-2” e “De Laurentiis non ha investito quanto doveva lasciando il prodotto non finito in più reparti”. Tutto è perfettibile, ma in un progetto di crescita non si può risolvere tutto in un solo calciomercato. Il Napoli cresce di anno in anno, sta dando soddisfazioni per gioco e per risultati, considerando l’età media della squadra, il futuro gli sorride. Non si può, però, pretendere il massimo soprattutto quando si è più volte criticato l’operato di tutti in società. Se il Napoli era ritenuto limitato nell’organico in avvio di stagione, non si può chiedergli (o addirittura pretendere) adesso di vincere lo scudetto. Che debba provarci è logico, scontato (l’appetito vien mangiando), ha il dovere di farlo, ma sarebbe pura follia parlare di fallimento nel caso in cui il Napoli dovesse arrivare secondo, terzo o quarto a maggio prossimo.

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