/ Ferrara: "Con il Napoli è una partita speciale. Voglio una Samp coraggiosa"

Ferrara: "Con il Napoli è una partita speciale. Voglio una Samp coraggiosa"


 
Ecco la conferenza stampa di Ciro Ferrara pubblicata dal sito ufficiale della Sampdoria:
Ciro Ferrara e Napoli, il Napoli. Famiglia, infanzia, ricordi e vittorie riaffiorano, tornano alla mente. Flash che però restano tali, perché il presente è solo e soltanto blucerchiato. «Non può essere una partita come altre, ovviamente per quello che è stato il mio passato – spiega in conferenza stampa il mister, che comunque non si lascia andare a troppi sentimentalismi -. È una partita sentita in tutti i sensi, in cui ai ragazzi ho chiesto coraggio. Incontriamo una squadra che può andare in qualsiasi campo e crearti difficoltà. E quindi chiedo loro la stessa sfrontatezza, la stessa spavalderia che hanno avuto in altre circostanze».
Terza gara in una settimana, come state sul piano fisico?
«Sono stati due giorni di scarico, oggi abbiamo fatto un lavoro un po’ più intenso e li ho visti decisamente meglio. Abbiamo avuto due partite tirate, a ritmi alti, con notevole dispendio di energie fisiche e mentali. E magari essendo giovani ne sprechiamo anche in misura maggiore».
Passando ai singoli, è possibile vedere Estigarribia in campo e Krsticic regista?
«Estigarribia sta bene, è regolarmente convocato e perciò, visto che non abbiamo molte soluzioni, ha grosse chance di giocare. Schalke e Roma a parte, Krsticic negli ultimi mesi ha sempre lavorato in una posizione diversa. Ha le qualità per fare il centrale, è una possibilità ma non è l’unica. Oggi abbiamo provato qualcosa, però voglio ancora verificare bene, non tanto il valore di Nenad quanto gli equilibri, l’insieme della squadra».
Gli equilibri nella testa dei suoi ragazzi sono rimasti gli stessi? Piedi sempre ben piantati per terra?
«Per fortuna non li ho ancora testati in un momento negativo, che cerchiamo di rimandare il più possibile. Siamo una squadra giovane e per questo devo verificare che tipo di reazioni ci saranno nel momento in cui il risultato non ci gratificherà. Ecco perché non dobbiamo alzare l’asticella, pur consapevoli di avere un’identità, una forza da portare avanti il più possibile, con queste caratteristiche, con questo atteggiamento, con questo spirito di sacrificio da parte di tutto il gruppo».
Perché non lascia mai spazio ai sogni?
«Perché non ha senso sognare. Vi potrei dire sì: questa squadra è da Champions, da Europa League, ma non è così. Perché le grandi ritorneranno a fare ciò che sono abituate a fare e il nostro cammino non potrà essere sempre così spedito. Cerchiamo di toglierci il prima possibile da situazioni spiacevoli. L’obiettivo non è soltanto mantenere questa categoria ma di mantenerla con un certo margine, con una certa tranquillità. Che è il compito che mi è stato dato dalla società».
Contro il Napoli si aspetta ulteriori risposte?
«Guardavo il calendario e mi sono accorto che nelle prime otto giornate, cinque le faremo fuori. Tre le abbiamo già disputate, due di queste a Milano e a Roma. Direi che alcune risposte le ho già avute dai ragazzi. È chiaro che con il Napoli sarà un’altra partita difficile, contro una squadra che è prima in classifica, che ha la miglior difesa e il miglior attacco. Incontrarla e sfidarla non è semplice, al di là delle nostre assenze. L’unico rammarico è non potersela giocare con coloro che sono dei giocatori importanti. Al tempo stesso ho comunque la possibilità di valutare tutto il gruppo: ci saranno dei cambi e avrò sicuramente risposte».
Quanto è stato ed è importante Mazzarri nella crescita costante dei partenopei?
«La rinascita di questa squadra e di questa società passa attraverso la società e il suo presidente, ma il condottiero resta proprio Mazzarri. È un allenatore che riesce a gestire le notevoli pressioni della piazza, sia nei momenti positivi sia in quelli negativi. I risultati sono nettamente dalla sua parte, la sua storia parla chiaro e un dispiacere me l’ha già dato in campionato quando allenavo la Juve. In Coppa Italia poi il risultato era stato diverso, ma ora è tutta un’altra faccenda. Mi fa piacere incontrarlo, domani schiererà la squadra-tipo, ma spero ovviamente di interrompere la sua corsa».
Tornerebbe in campo per marcare Cavani?
«Meglio di no e ne ho avuta la riprova ancora stamattina. Scherzi a parte, ora sarebbe impensabile la marcatura asfissiante che c’era una volta. Sono stato abituato così per dieci anni a Napoli, poi ho imparato anche a difendere a zona, come difendono tutte le squadre oggi. Non dobbiamo aspettarci marcature particolari su Cavani. Certo, i tre gol che ha fatto mercoledì ci fanno drizzare le orecchie, ma non vorrei che l’attenzione fosse rivolta soltanto a lui e ci dimenticassimo degli altri componenti della rosa azzurra: Pandev, Hamsik, Insigne, un reparto offensivo di tutto rispetto, veloce, rapido. Dovremmo cercare di limitarne il raggio d’azione e di non dare loro troppo campo».
Anche voi avete un’arma importante. Si chiama Eder Citadin Martins…
«Eder è un attaccante che, secondo me, sta facendo un grandissimo inizio di stagione e a cui gli avversari devono dare un occhio particolare. Sono molto soddisfatto e l’ho detto anche lui. Malgrado non sia ancora andato a rete, per noi, per i nostri equilibri, per la sua tecnica e la sua velocità, a livello di squadra è tanta roba. È un piacere vedere anche come si allena. L’ho sempre fatto giocare da esterno, ma è bravo anche ad andarsi a cercare gli spazi liberi, per entrare in possesso e attaccare la profondità con o senza palla al piede. Se lo vedo punta centrale? È un’altra situazione su cui deciderò all’ultimo momento».

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