Riecco Gianluca Grava. Riecco al San Paolo, sul suo principale campo di battaglia, il soldato Grava. Reduce da un infortunio che l’ha tenuto a lungo fermo (il 15 gennaio scorso, in Napoli-Fiorentina, riportò la rottura del crociato anteriore del ginocchio sinistro) e fresco di rinnovo del contratto come gli aveva promesso De Laurentiis sin dal giorno dopo l’infortunio, il difensore è pronto a recitare nuovamente il ruolo di protagonista. Annullando (o limitando gli effetti della loro bravura) calciatori del valore di Ronaldinho, Mutu, Miccoli, Del Piero, salvando un gol sulla linea contro il Lecce a Fuorigrotta che valse tanto quanto la meravigliosa rete di Cavani pochi secondi dopo. Fu la rete dell’1-0.
Tante prestazioni di grande pregio che hanno permesso a Grava di “sdebitarsi” con Mazzarri che gli aveva concesso fiducia e un posto tra i titolarissimi. Non a caso l’abbraccio tra Mazzarri e Grava è una delle immagini più belle della passata stagione. Gianluca ha intenzione di continuare a battersi con l’ardore di sempre per il Napoli, di cui è soprattutto tifoso. Lo farà con professionalità, con serietà senza stare a ricordare i miseri ipercritici, i destabilizzatori che sostenevano “ma dove andiamo con Cannavaro e Grava?”. Con Cannavaro e Grava il Napoli è approdato in Champions League dalla porta principale mostrando ancora una volta la faccia bella di Napoli e della nostra regione. Quella dei miseri è l’altra faccia, quella sudicia, della nostra Napoli, della nostra regione.