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La violenza negli stadi ? figlia della violenza quotidiana

Sui fattacci di Genova sono state dette tante cose, ne sono state scritte altrettante. Non entro nel merito di un aspetto certamente non secondario (noto che molti più che prendere definitivi provvedimenti per evitare che si ripetano certe barbarie sono seriamente impegnati a proteggere posizioni ed… orticelli), ma prendo spunto dallo splendido ed esaustivo editoriale di Andrea Monti, il direttore de “La Gazzetta dello Sport” (ne condivido anche le virgole) per aggiungere una mia osservazione.
Periodicamente, si verificano fatti di violenza più o meno gravi all’interno o all’esterno degli stadi italiani. E a seguire per alcuni giorni leggiamo ed ascoltiamo fiumi di parole di chi dovrebbe prendere decisioni, di chi dovrebbe tutelarci. Dopo tali parole, dopo i tanti, successivi propositi i casi vengono chiusi in attesa della prossima, nefasta violenza. Rabbia, esecrazione, indigrazione, gli “aborro” per dirla alla Mughini e poi niente cambia.
Ecco la mia riflessione: possibile che in Italia, dal Nord al Sud, inorridiamo solo ed esclusivamente per la violenza dentro e fuori degli stadi? La violenza va sempre e comunque condannata, ma trovo assurdo, incoerente discuterne, dedicarle pagine e pagine per giorni e giorni solo se il problema investe il mondo del calcio che ha una cassa di risonanza notevole e quindi viene sfruttata da teppisti e delinquenti. Perché della violenza quotidiana, quella che fa meno rumore, ma certamente non meno male, quella con la quale siamo costretti a confrontarci e a convivere tutti i giorni, si parla molto meno e, soprattutto, perché non si prendono seri provvedimenti? La violenza negli stadi è figlia naturale della violenza di tutti i giorni.
Il problema è che non si vuol capire o si fa finta di non voler capire che occorrono pene certe per chi sbaglia. I palliativi non sono mai serviti, hanno rappresentato solo una presa in giro per tutti. Per chi li sceglieva e per chi li vedeva mettere in atto. E’ inutile indignarsi se poi non si procede, se non vengono adottate sanzioni serie. E non solo per i reati da stadio, ma in primis per tutti quelli che registriamo tutti i giorni nelle strade della nostra Italia. Non riuscendo o non volendo punire chi sbaglia, si prendono provvedimenti che tolgono soltanto la libertà di…circolare ai cittadini. Se ci sono rapine in banca, non vengono chiuse le banche. Dunque…
In conclusione, si proceda seriamente e definitivamente contro gli Ivan di turno e non solo contro quelli in azione negli stadi. Altrimenti l’esilarante battuta di Gene Gnocchi su “La Gazzetta dello Sport” non resterà più solo una battuta, ma la triste realtà di uno Stato inerme al cospetto dei violenti. Ecco quanto ha scritto con la consueta arguzia Gene Gnocchi: “Primi duri provvedimenti contro l’ultrà serbo Ivan Bogdanov: farà un reality”.
L’Italia del pallone, l’Italia nel pallone.

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