Sarà stato solo un caso se nel secondo tempo il Napoli non è stato incisivo, pericoloso, rapido, veloce, lucido come lo era stato nel primi quarantacinque minuti e in precedenti incontri? Nella prima parte del match la squadra di Mazzarri era stata in grado, come contro il Wolfsburg e nel doppio confronto con gli svedesi dell’Elfsborg, di creare un gioco piacevole, effervescente e occasioni da rete in quantità industriale. Aveva calciato sette volte verso la porta di Frey creando quattro-cinque palle-gol. Nella ripresa, calo psico-fisico, soprattutto in avvio (“Sembrava come se volessimo far segnare la Fiorentina”, la significativa osservazione di Mazzarri) e soltanto una seria conclusione verso la porta dei viola: nel finale, su corner, il colpo di testa di Maggio finito alto. Ovvero: una palla-gol.
Dunque? Dunque, si è immediatamente compreso quanto sia insidioso giocare in Europa League di giovedì notte, rientrare all’alba del venerdì e andare in campo la domenica. Anche Delio Rossi l’ha sottolineato dopo Palermo-Cagliari: “Tutti quelli che hanno giocato giovedì contro il Maribor hanno fatto un po’ fatica”.
Occorrono più spirito di sacrificio, un turn over anche ampio, grande esperienza e qualche elemento in più in organico, soprattutto a centrocampo. Oggi o domani, ci saranno gli annunci della società.
Mazzarri aveva messo tutti in guardia sulle insidie del giocare il giovedì notte. Aveva ragione. Dunque, per certi aspetti sono due punti persi a Firenze, due punti dovuti all’Europa League e alle scorie che ti lascia nelle gambe. Ma va ricordato che il gol di Cavani non c’era, dunque, teniamoci stretto questo pareggio.