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Le luminarie di Londra e la monnezza di Napoli

A Napoli non c’è più niente di definitivo del provvisorio. E come tale è anche l’emergenza-rifiuti. Mi viene da sorridere (o da piangere?) quando leggo e ascolto di emergenza: è un’emergenza infinita, che non è mai stata risolta. O è stata risolta soltanto a parole. Spesso, mi sono chiesto: ma è così difficile trovare una soluzione al problema considerando che è anche da anni che se ne parla? Non cerchiamo di essere più bravi, cerchiamo soltanto di fare come fanno a Milano, a Roma, a Torino, a Firenze, a Bologna e in altre grandi città europee. Si dice: “Non c’è un’area dove sversare…”. Non la si vuol individuare in quanto nelle altre città sono state individuate queste zone senza sollevazioni popolari, senza clamori.

Non c’è la volontà di risolvere il problema. Non c’è mai stata la volontà vera perché al di là del colore politico di chi ha dovuto decidere, non è mai stata presa una decisione importante per mettere fine a questo scempio, a tale degrado, a questo schifo infinito. Per anni abbiamo pensato più alle feste di piazza e ad altre questioni secondarie che a risolvere problemi esiziali come quello della nettezza urbana. Se non si era in grado di risolverlo, se non si è in grado di risolverlo per manifesta inettitudine o incapacità voglio ricordare a tutti che anche in Italia esiste l’istituto delle dimissioni. Ma per presentarle ci vogliono coraggio, dignità e occorre essere Uomini.

Stamane, ancora una volta, sono andato per strada: Ferrovia, corso Umberto, via Roma… Uno schifo, un tanfo incredibile. Appare evidente che Dio ama tantissimo la nostra città:  se non avesse piovuto, se non dovesse continuare a piovere come nelle previsioni meteo… Cresce, comunque, il rischio di un’epidemia. Negozi, ristoranti, bar, bancarelle sono a strettissimo contatto con tonnellate e tonnellate di rifiuti. Di ogni genere. Altro che raccolta differenziata! Si riempirono la bocca quando fu lanciata in alcune zone della città la raccolta differenziata. Non solo tale raccolta è rimasta limitata a quelle zone (non è stata fatta in altri quartieri e neanche si è mai pensato di iniziare a fare una campagna educativa sull’intero territorio), non solo abbiamo avuto la notizia che la tassa sull’immondizia è ulteriormente lievitata, ma l’immondizia non viene raccolta. Uno schifo nello schifo. Ma cosa si aspetta che scoppi un’epidemia, che la gente perda la pazienza? Ovviamente, è solo una provocazione: e se la disperazione inducesse qualcuno a fare una propaganda per non pagare più tale tassa in quanto il servizio non viene fornito?

Paolo Graldi, sulla prima pagina de Il Mattino di oggi, scrive: “L’emergenza infinita dei rifiuti a Napoli (ma se è un’emergenza perché è anche infinita?) s’allarga come una gigantesca metastasi…”. Una giusta quanto amara riflessione dell’ex-direttore della gloriosa testata napoletana. Non condivido, però, quando Graldi dice “avanti così e si parlerà di catastrofe naturale…”. Naturale? No, carissimo Paolo, di naturale c’è solo la natura di uomini rivelatisi incapaci di fare il lavoro per il quale sono stati chiamati. Naturale può essere un terremoto, un nubifragio. Nella mancata raccolta dell’immondizia ci sono soltanto l’incuria, l’insipienza, la sciatteria, la strafottenza, il menefreghismo, l’arroganza, l’incapacità di individui che sporcano l’immagine della nostra città (capitale per cultura e civiltà) come la sporca l’immondizia che riempie chilometri e chilometri di strade.

Il direttore Emilio Fede, ieri sera, nel suo telegiornale su Rete4, ha mostrato un altro interessante servizio sui preparativi che in varie città d’Europa stanno facendo per il Natale. Ha fatto vedere le luminarie nelle strade di Londra. Bellissime. A Napoli le nostre luminarie sono i cumuli di monnezza che arrivano ai primi piani dei palazzi. E il peggio, purtroppo per noi, non è ancora arrivato! L’emergenza, come la vergogna, è infinita.

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