/ Mazzarri, Britos, Dossena e Pandev incontrano i tifosi a Dimaro: “Vincere per voi è qualcosa d’incredibile”

Mazzarri, Britos, Dossena e Pandev incontrano i tifosi a Dimaro: “Vincere per voi è qualcosa d’incredibile”

 

Walter Mazzarri incontra i tifosi assieme a Miguel Angel Britos, Goran Pandev e Andrea Dossena al teatro comunale di Dimaro, gremito per l’occasione. Comincia l’allenatore: “Queste due settimane sono trascorse nel migliore dei modi. Abbiamo trovato un grande ambiente, ringrazio i signori Rosatti, proprietari dell’albergo che ci ospita. La squadra ha assorbito i carichi di lavoro in maniera eccezionale. Solo Campagnaro si è fermato ieri, ma è andato tutto bene. Al di là di quello che a tutti piace, vincere e migliorarsi, è importante che i nostri tifosi siano contenti. Ci ho messo del mio e sono stato capito da questa gente. Abbiamo provato emozioni incredibili, le curve hanno messo striscioni importanti sul nostro impegno. Si è creato un connubio bellissimo. Il sindaco di Dimaro, ormai, è diventato un nostro tifoso. Il presidente parla di secondo posto? Ha un ruolo diverso dal mio, fa bene a stimolare e a mettere entusiasmo. Io parlo con i fatti, i proclami non servono niente. Tutti dicono che vogliono vincere lo scudetto. Da parte mia e del gruppo, posso assicurare che daremo l’anima, tutto il resto viene dopo. Finora abbiamo ottenuto tanto proprio perché ci sono persone come Santoro e Bigon che non è solo incaricato di prendere i giocatori. E’ un collaboratore della gestione tecnica. Cosa manca? E’ difficile dirlo, per esempio avete visto l’ultima amichevole contro il Bayern. Credo molto nell’unità e nell’organizzazione. Darò degli input per dare di più del nostro valore. Si parla di Vargas e Insigne. Li avete visti: due attaccanti come loro hanno corso per tutta la partita. Guardo un pochino oltre, vivo di risultati. Il mercato? Ne ho già parlato e sono stato sincero. Un allenatore vorrebbe sempre top player, i migliori giocatori del mondo, però una volta detto questo, i miei ragazzi sono i campioni del Mondo. Dove si arriverà, non si può dire. Noi ce la metteremo tutta. Il nuovo modulo? Ho cercato di dare nuovi input, ci poteva essere il rischio di un appiattimento. Ho cambiato i meccanismi proprio per dare una scossa a tutti. Il calcio è fatto di motivazioni, se si perde, c’è il rischio di brutte figure. Ho provato a fare qualcosa di alternativo. Sono convinto che Pandev possa fare la seconda punta: ha talento e sa stare nella disciplina tattica che richiede il calcio moderno. E’ normale che se si prendono giocatori importanti, c’è maggiore possibilità di vincere, ma non la certezza. Non dobbiamo dimenticare i parametri della società che è sempre sovrana. Un allenatore vorrebbe sempre il massimo. La rosa è già competitiva, la costanza di rendimento è stata particolare. Per rinforzarla, serve qualcuno di superiore a quello che c’è. Capisco le difficoltà del mercato, per avere uno che garantisca un rendimento superiore ai titolari, non è facile. Io ho dato le indicazioni, poi toccherà alla società dare le spiegazioni. La crescita è stata costante ed evidente, ora non falliamo le partite che contano. Bologna? E’ stato un incidente di percorso, ma abbiamo sbagliato altre gare come quella con il Chievo. Ora serve il rendimento costante. Siamo capitati in un girone particolare in Champions che ci ha esaltato e forse inconsciamente abbiamo sottovalutato avversari meno blasonati. Vedremo se siamo cresciuti. Ho detto alla squadra che voglio vedere l’atteggiamento giusto pure con il Grosseto, questo è fondamentale. I giocatori saranno più attenti e saluteranno i tifosi in trasferta. I ruoli che ho chiesto? La squadra si può rinforzare sia nei doppi ruoli oppure qualche giocatore che dà garanzie se proviene dal Real Madrid o dal Chelsea perché ha un passato che è sinonimo di certezza. Si possono migliorare i 22 oppure ipoteticamente uno dei titolari. Ma questi sono discorsi che sono trapelati, io ho detto i nomi alla società in quella famosa riunione, poi tocca al club valutare. Io torno dalle vacanze, parlo con i miei dirigenti e alleno chi ho a disposizione. Bariti, Fornito e Nowothny sono sotto osservazione. Bariti sarà titolare con il Grosseto, sto valutando i giovani. Domani ne vedremo tanti. Di Pandev, ad esempio, conosco tutto. Insigne? E’ uno di talento, può diventare un top player se saprà reggere alla pressione. E’ fondamentale il carattere. Per lui, è la prova del fuoco. Le doti ci sono. Il 3-5-1-1 mi piace, ho in rosa giocatori adatti. Al di là dei numeri, dipende anche dall’interpretazione. Conta la mentalità. Il mio staff? I miei collaboratori sono importanti, Pondrelli è nato con me, evidentemente lo reputo una persona importante. Stesso discorso per Papale, sono tutti validi. Quando perdiamo, non vorrei essere nei loro panni. Non farei mai il collaboratore di me stesso. La migliore caratteristica di Insigne? Cerco di tenerlo con i piedi per terra, quindi non elenco le sue doti. Troppi elogi fanno male. Fermiamoci qui, lasciamolo tranquillo. Vincere a Napoli è qualcosa d’incredibile per chi fa il mio lavoro. La passione è uno stimolo importante. Non fumo una settimana per una bella vittoria? Per quella cosa lì che non dico, smetterei per più tempo”. Miguel Angel Britos è carico: “Speriamo di essere il primo acquisto, voglio ripagare e far vedere il vero Britos. E’ stato un anno difficile, ho avuto l’infortunio, vedevo la squadra giocare partite importanti e io non c’ero. Stavolta devo esserci per fare qualcosa d’importante. Vargas? Lo conoscevo da sei mesi, mi ha impressionato di più Insigne ed è forte. Comunque anche Edu è di qualità. Mi allenerò sempre al massmo per fare il titolare e per giocare. L’ultima parola spetta all’allenatore, poi si vedrà la domenica. Dobbiamo essere un gruppo unito a prescindere da chi sarà impiegato. L’Europe League? Spero di giocarla, poi cercheremo di vincere. Lo scudetto? Non ne parliamo proprio”. Andrea Dossena non si tira indietro e affronta l’argomento mercato: “Sicuramente ho dimostrato di essere un professionista che ci mette il cuore. Finché vestirò questa maglia – e io voglio farlo ancora – la voglia e la grinta ci saranno sempre. Il resto poi si vedrà, siamo professionisti ed esistono certe regole. I giocatori passano, i tifosi restano. L’importante è uscire sempre a testa alta. Vargas e Insigne? Abbiamo due buoni missili da sparare, Edu è un po’ più offensivo, Lorenzo manda anche in porta gli attaccanti, dico che siamo messi bene. Gamberini e Behrami? Sono professionista da 12 anni, in un gruppo come il nostro, chiunque arrivi, riesce ad integrarsi. E’ davvero la nostra forza, giochiamo per il compagno. Balzaretti? Mi ha dato uno stimolo, comunque se verrà, l’importante è che vinca il Napoli. Io ovviamente vorrei giocarle tutte, ma so che non è possibile. Vanno evitati i cali di rendimento. Se vincessimo l’Europe League, si rivivrebbero i fasti di un tempo, ci piacerebbe. Sarebbe un orgoglio. Ci brucia l’eliminazione con il Villarreal. Lo scudetto? Sarebbe qualcosa di grandioso, ho visto l’entusiasmo della gente”. Goran Pandev è accolto da un boato: “Sono rimasto qui perché ho grandi stimoli. Speriamo di prepararci bene, ci aspetta subito la finale contro la Juve. Voglio portare la Supercoppa a Napoli. Ritiro massacrante? E’ duro, ho perso solo 700 grammi – sorride – sto facendo un grande lavoro e se sto bene fisicamente, posso dare tanto alla squadra. Si corre, ma questo lavoro è importante. Il modo di fare dei napoletani dà fastidio? A me no, fa piacere che i tifosi ci stiano vicino. All’Inter non c’era così tanta gente, qua a Napoli l’affetto è incredibile. Secondo me Mazzarri, ha creato un grande gruppo che mi ha aiutato ad integrarmi quando le cose non andavano bene. Siamo forti. La favorita è la Juve, poi ci sono Milan, Inter e il Napoli. Pensiamo solo a noi stessi. Chi sarà il quarto tenore? Io sono il quinto, ci sono prima Cavani, Hamsik, Insigne e Vargas. Come mi carico prima di una partita importante? Non c’è bisogno di tanta preparazione per le gare clou. L’errore di Cesena? Non stavo bene fisicamente. Se vinciamo lo scudetto? Succede un casino. Vinciamolo prima”.

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