Mazzarri: "Penso solo al Genoa: è la prima di quattro finali"

 
Castelvolturno – Walter Mazzarri parla alla vigilia della sfida con il Genoa: “Non è la partita della svolta, ce ne sono altre tre. In questo campionato, non avevamo mai perso due partite consecutive, servono gli attributi per superare questo difficile ostacolo. Confido nell’aiuto del pubblico, il connubio deve funzionare. La partita sarà molto difficile”. Tornerà Lavezzi dal primo minuto: “Ho delle idee che porto avanti da sempre, i giocatori importanti fanno comodo, quando in alcuni casi sono mancati, abbiamo fatto grandi gare. E’ sempre la squadra a fare la differenza, mi è piaciuta la frase di De Rosa che sostiene che possiamo battere chiunque quando superiamo i nostri limiti. Altrimenti è dura, quindi attenti al Genoa. Preziosi ha costruito un grande organico, pensavo addirittura potesse essere una diretta concorrente, ci vuole molta cautela. Speriamo che gli episodi siano positivi”. Si parla del futuro. “Il rapporto con De Laurentiis è uguale e identico al primo giorno”. Il presidente è stato a Castelvolturno in settimana: “E’ venuto per programmare alcune situazioni societarie, ha parlato con Bigon e Fassone. Era giusto che venisse a dire due parole al gruppo. L’ho visto negli spogliatoi, lo abbiamo ascoltato con grande attenzione”. Il Napoli è reduce da due sconfitte di fila: “Dobbiamo stare attenti a tutto, portiamo gli episodi dalla nostra parte, contro Udinese e Palermo qualcosa abbiamo sbagliato e abbiamo corretto gli errori. L’avversario va sempre rispettato, le due sconfitte ci insegnano questo, il Genoa è temibile e non lo dimentichiamo affatto. Non abbiamo mai guardato la classifica, questo è il nostro modo di lavorare, non dobbiamo pensare ad altro, siamo concentrati soltanto sul Genoa. Serve la partita perfetta. Se abbiamo sofferto di vertigini? Può essere, non abbiamo mai lottato per questi traguardi, ho cercato di deresponsabilizzare il gruppo concentrando le energie soltanto sulla gara. Stiamo facendo qualcosa di straordinario e quando torniamo all’ordinario sembra che stia succedendo chissà che cosa. La squadra per la prossima stagione? Non è il momento, ora abbiamo una partita. Come dice il grande Trapattoni, non dire mai gatto finché non ce l’hai nel sacco. Questo concetto lo porterò avanti finché allenerò”. Il secondo posto è ancora alla portata: “Non mi pongo limiti, ho quattro finalissime e voglio portare a tavoletta la squadra fino all’ultima giornata e poi vedremo dove arriveremo. Nel calcio c’è anche una componente imponderabile e speriamo che gli episodi stavolta ci siano favorevoli. Il calcio è questo, è un momento in cui ci sta girando male, bisogna portare gli episodi dalla nostra parte e poi ripartire per il rush finale. Non credo ad un black-out mentale. Soffro alcuni allenatori? Preferisco non rispondere, bisognerebbe guardare la prestazione e non soltanto il risultato. E’ un giochino che non mi piace, un tecnico si valuta a gioco lungo. Nel calcio ci sono dei dati riscontrabili, la griglia di partenza, mercato ed ingaggi. Poi si stila una classifica e in base a questi parametri si vede chi ha fatto più punti. Il bilancio, comunque, va rinviato al termine della stagione. A bocce ferme, faremo questa classifica. Questo campionato vale uno scudetto? Dipende dal punto di vista. Se l’obiettivo era lo scudetto, siamo stati fallimentari. Spesso ho la sensazione che quello che si fa non conti nulla. Voglio aspettare l’ultima giornata. L’interessamento di altre squadre? Fanno sempre piacere, ma ora non conta nulla. La Juve? Ho un solo chiodo fisso, quattro partite. Sto tempestando i miei collaboratori. Se lo farò ancora a lungo? Vedremo”. Sul fronte formazione, ci sono alcuni ballottaggi: “Devo decidere in base alle contrapposizioni, Maggio ha recuperato dall’infortunio, cercherò di fare le mie scelte al meglio”.