Il San Paolo ha applaudito il Napoli alla fine del match con il Milan. Fischi dopo la gara con il Liverpool, consensi dopo quella con i rossoneri. Ingiusti i fischi, giusti (ma sino ad un certo punto) gli applausi. Perché? Perché agli azzurri vanno fatti i più sinceri complimenti per come hanno giocato dal 25′ del primo tempo sino alla conclusione dell’incontro. Evidentemente, alla gente del San Paolo sono rimaste nella mente le immagini di quel fare che piace ai tifosi: Napoli grintoso, agguerrito, sempre proiettato in avanti. Ed anche sfortunato, il che non guasta per strappare applausi. Sfortunato nell’essere rimasto in dieci, sfortunato nelle almeno otto conclusioni a rete, alcune fuori della porta, altre deviate da Abbiati.
Io chiedo: perché iniziare la partita con fare sottomesso, come soggiogati nello spirito e nel corpo? Troppo basso il baricentro; il centrocampo nelle mani del Milan; azzurri bloccati nei movimenti, azzurri come impauriti; squadra che si limitava a tamponare le offensive degli avversari; Napoli che faceva il gioco del Milan, dandogli spazi, agevolando i loro tocchi d’autore.
Perché, come dice Mazzarri, aspettare di prendere un cazzotto da ko per agire, per giocare? Certamente non è un problema fisico, altrimenti ti spegni alla fine non in avvio. E allora? A questo interrogativo la squadra dovrà dare una risposta. Soprattutto considerando la pregevolissima prestazione espressa anche quando il Napoli è rimasto ingiustamente in dieci. In dieci contro undici Lavezzi e compagni hanno sfiorato il gol più volte, non commettendo più gli errori iniziali. E’ vero che il Milan ha potuto godere di maggiori spazi ed è stato grandissimo De Sanctis, ma è stata la personalità espressa dopo lo 0-1 che ha colpito tutti. Dunque: se la personalità e la forza le tieni, perché aspetti a manifestarle?
/ Napoli, non aspettare di prendere un gol per giocare
Napoli, non aspettare di prendere un gol per giocare
