Benitez: “Su Berna si è esagerato. Dobbiamo sfruttare la rosa per far bene nelle quattro competizioni”

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Rafael-Benitez

Rafa Benitez parla alla vigilia della sfida con il Verona.

E’ un momento complicato. E’ convinto che questa sia la strada giusta?
“Credo che dopo tre vittorie di fila, un pareggio a Milano al 93′ e una sconfitta in Europa League su un campo sintetico mi pare esagerato chiederci se sia la strada giusta. Io sono qui per costruire, creare una struttura e non vincere una volta ogni 25 anni”.

Come mai manca la voglia di vincere? Lei che responsabilità ha?
“Siamo ancora in quattro competizioni e possiamo fare molto bene. Sono fiducioso delle qualità di questa squadra. Dobbiamo recuperare lo stesso livello dello scorso campionato come mostrato nel secondo tempo contro l’Inter”.

Ha parlato con De Laurentiis?
“Parlo spesso con lui, se vuole venire Aurelio è sembra il benvenuto. Non ci sono problemi”.

E’ convinto del turnover?
“Che ha fatto il Napoli in Europa League tre anni fa? E’ stato eliminato. Noi siamo professionisti, sono l’allenatore che ha disputato più partite in questa competizione. Faccio turnover perché così posso arrivare in fondo. In spagnolo diciamo nuotare per morire alla spiaggia: noi dobbiamo sfruttare la rosa per arrivare in piedi e vincere un trofeo al termine della stagione. Io così sono abituato a lavorare. I giocatori che erano in campo l’altro giorno erano di massimo livello. Abbiamo fatto una partita sotto controllo con 11 tiri in porta e se Mertens segna cambia tutto. Nella ripresa abbiamo avuto il solito problema: subiamo un gol e la squadra ha problemi a reagire. Ci è già successo”.

Quanti sono importanti i tifosi?
“Ho visitato i luoghi della città, sono molto attaccato a Napoli. Quello che è successo non ha senso, ma si è esagerato moltissimo con quello che èstato riportante. Noi lavoriamo tanto per il bene della gente”.

E’ pronto a raddrizzare la situazione?
“Sappiamo che Roma, Atalanta e Verona sono tre sfide difficilissime. Loro vorranno fare il massimo, ho fiducia nella squadra, mi aspetto un po’ di più. Noi stiamo analizzando tutto. Ci mancano le reti e i giocatori che fanno la differenza. Jose’ Maria Callejon è un calciatore di livello, per me è il calciatore spagnolo più forte in Italia degli ultimi venti anni. Questi giocatori sono qui per vincere con noi”.

Perché non viene convocato dalla Spagna?
“E’ una domanda per Del Bosque. Credo che possa essere convocato la prossima volta”.

Cosa è rimasto della contestazione?
“Il colpevole sarà sempre l’allenatore, mi dispiace aver perso. Ci siamo rimasti male. Noi cerchiamo di dare un’immagine della città in Europa, quello che è successo non è buono per nessuno”.

Come si esce da questo momento?
“Non è il più difficile della mia carriera. Sono convinto che la rosa sia buona. Ogni squadra ha i difetti. Noi non abbiamo recuperato il livello dello scorso campionato perché sono successe cose all’inizio e non abbiamo ancora reagito a livello che mi aspettato dopo tre vittorie consecutive. Ma i giocatori si allenano con grande intensità, ma in campo ancora non va”.

Ritiene che l’ambiente abbia la pazienza per costruire qualcosa. Si è parlato tanto di scudetto. Ha messo pressione sull’ambiente?
“Chiaramente quando parlo di progetto, mi riferisco del centro sportivo, del settore giovanile, della rosa che è più giovane e ha più qualità rispetto a quella di  due anni fa. Tutti vogliamo vincere ma la gara con lo Young Boys non può essere considerata la sfida chiave. Devo valutare tutta la stagione. Parlo sempre con Bigon per migliorare la rosa, poi ho contatti continui con il presidente De Laurentiis. Dobbiamo avere una visione internazionale”.

Come mai i tanti gol subiti?
“Tante squadre hanno preso le stesse reti. Sappiamo di dover risolvere questo problema, l’anno scorso trovammo compattezza. Koulibaly sta facendo bene, Albiol e Ghoulam devono recuperare il loro livello, abbiamo il problema di Zuniga, Mesto non è ancora al top. Durante la sosta, abbiamo fatto 10 allenamenti per la fase passiva. Probabilmente le altre squadre sono più aggressive e hanno diversi giocatori dietro la linea della palla. Questo è vero, ma non cambieremo il nostro modo di essere. L’unico modo per colmare il gap è proporre un buon calcio. Se puntiamo all’1-0 arriviamo al quarto o al quinto posto, altrimenti dobbiamo avere una proposta diversa. Voglio proporre questo calcio e non avere una squadra difensiva”.

Cosa si aspetta dai tifosi domani?
“Vogliamo avere l’appoggio della gente. Così la squadra è tranquilla e può esprimere il suo gioco. Dobbiamo ritrovare fiducia. La partita con l’Inter non mi è piaciuta nel primo tempo, poi la gestione. Avevamo lavorato su questo e non ci siamo riusciti. Così possiamo essere più solidi. Io voglio giocare bene e vincere le partite”.

Perché si spegne l’interruttore nella testa dei giocatori?
“Credo che il momento difficile sia stato il gol subito, poi loro si sono abbassati e noi non abbiamo trovato lo spazio. C’era forse un rigore su Hamsik, Callejon ci ha provato, ma noi dobbiamo essere più forti. Noi ci eravamo preparati pure sul sintetico. La squadra ha fatto benissimo nel primo tempo e poi non abbiamo reagito. Dobbiamo continuare a dare fiducia e continuare con la nostra idea di calcio. Noi lavoriamo tanto, ma dobbiamo concentrarci sulla testa. Così trovano i giocatori la soluzione, devono capire il calcio”.

E’ ipotizzabile proseguire il lavoro con lei anche l’anno prossimo?
“Ribadisco questa idea, i miglioramenti vanno fatti a prescindere da me. Quando noi parliamo di una squadra di livello, i giocatori forti servono comunque e possono fare qualsiasi ruolo. Questo discorso per me non conta. Noi lavoriamo per la società a prescindere. L’allenatore e il direttore sportivo sono in sintonia. Fare una piscina o migliorare il campo d’allenamento non è strano, migliorare l’albergo non dipende dall’allenatore. Tutto quello che abbiamo fatto rimarrà qua per un altro allenatore che sia italiano o spagnolo. La crescita si può fare con Rafa Benitez o con un altro. Io voglio preparare la base e poi vediamo dove arriviamo. Il settore giovanile deve cerscere. Il monte ingaggi si abbassa con i calciatori del vivaio”.

Spicca il digiuno di Higuain. Come se la spiega?
“Ieri Raul Albiol e Gonzalo Higuain sono arrivati più tardi per il controllo antidoping, non perchè li abbiamo lasciati in Svizzera. Con Gonzalo ho fatto lavoro specifico, poi servono i gol per ritrovare fiducia. E’ una questione di tempo, Higuain deve ritrovare fiducia”.

De Guzman e Michu non ingranano. Come mai?
“Non parlo solo di loro. Ci mancano le reti perché la fase offensiva va migliorata. Manca la precisione. Loro non sono al livello giusto. Michu e De Guzman devono adattarsi. Il discorso dei giocatori nuovi è sbagliato: chi c’era l’anno scorso, sta giocando tanto e questi devono dare una mano. Sono gli altri a dover fare la differenza. Koulibaly e David Lopez fanno bene, ma la differenza la devono fare Higuain, Albiol, Hamsik, Maggio. Non chiedo mai ad un giocatore che è rimasto un mese di fare una prestazione di alto livello. Devono fare il 100%. E’ mancata questa voglia di vincere e questo mi dispiace. Dobbiamo recuperare la fiducia. Adesso l’intensità nel calcio è molto alta. Garrincha aveva quattro secondi quando riceveva la palla e poteva gestire, con Maradona era 2,5, adesso siamo scesi ad uno. E per questo non si può giocare con la stessa squadra. I giocatori sono stanchi e bisogna cambiare. Abbiamo Higuain che è un campione ma deve migliorare. Non possiamo giocare con la stessa squadra. Non so se faremo otto cambi, nessuno può mettere in dubbio il livello di Ghoulam o di Henrique e Mertens. Questi giocatori sono importantissimi e hanno sempre giocato, noi il discorso dei titolarissimi non l’abbiamo fatto tanto. La responsabilità è mia, va bene. I risultati diranno se il turnover ha funzionato, domani ci saranno giocatori freschi. Voglio puntare a fare bene in tutte le competizioni e quindi rischierò ancora”.

Cosa ne pensa di Koulibaly e David Lopez?
“Stanno facendo bene. Ieri ho parlato tanto con Higuain. Lui sa quando le cose non vanno bene e invece di arrabbiarsi, deve fare tre reti. Noi dobbiamo aiutarlo. L’attaccante che non fa gol è come un leone in gabbia: ha bisogno di uscire e mangiare qualcosa”.

Rafael ha giocato sempre. Come mai?
“Il portiere è un ruolo particolare. Pepe è grandissimo, ma non gioca nel Bayern perché Guardiola ha scelto Neuer. E’ un ruolo particolare: per Rafael è importante giocare tanto, così acquisisce sicurezza. Così può integrarsi”.

Il problema è solo l’eliminazione di Bilbao oppure il mercato?
“Abbiamo fatto tante volte questo discorso. Ora è un discorso finito, dobbiamo concentrarci solo sulle partite per dare il massimo. Poi vedremo se possiamo centrare un traguardo oppure no. Ho vinto con le squadre che non avevano il fatturato più alto: puoi riuscirci solo se dai tutto. Io lo farò fino alla fine con l’obiettivo di vincere ogni partita e avere continuità”.