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Guappi e guappi di cartone

Capita sempre più spesso che gli assassini dopo il misfatto tramite i loro avvocati chiedano la perizia psichiatrica. Una strategia per veder scemare la pena. Si fanno passare per pazzi, per psicolabili e la condanna (sic!) come minimo si dimezza.
Da un guappo, da uno che dimostra di voler essere tale, però, nessuno si aspetta che cerchi giustificazioni, che dichiari tramite il suo legale che al momento del misfatto era ubriaco. Ivan il terribile, tracotante prima, durante e dopo la partita che si sarebbe dovuta giocare a Marassi, è diventato docile pecorella dopo il fermo di polizia, pronto a dire che era ubriaco, pronto magari a ridiventare Ivan il terribile non appena lascerà l’Italia. Questione di ore, di giorni al massimo.
Viene, però, da chiedergli dove sono finiti l’orgoglio e la spavalderia espressi sull’inferriata dello stadio di Genova, quel suo modo di fare tipico di chi è pronto a sfidare tutto e tutti? Già, dove sono finiti… A Napoli gli direbbero che sta proprio lì la differenza tra un Guappo e un guappo di cartone.

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