L’ingaggio di Edinson Cavani non è ancora ufficiale e già noto, vedo, leggo, ascolto lodi, epinici per De Laurentiis e per Bigon. Tutto giusto, logico se a fare i supercomplimenti ai big del Napoli non fossero anche coloro che sino a qualche ora fa avevano criticato aspramente i due (ai limiti dell’insulto) e avevano biasimato il mercato del Napoli. Un mercato mai iniziato in entrata, iniziato, invece, in uscita per sfoltire l’organico (sta capitando ai club di tutto il mondo), per rispettare le indicazioni di Mazzarri.
Ovviamente, tutti siamo liberi di pensarla come meglio crediamo, anche perché, poi, chi ci legge o chi ci ascolta si fa un’idea su quanto legge e su quanto ascolta. Il problema, a mio avviso, nasce dai tempi e dalle modalità di certe critiche fatte o in modo superficiale o in malafede. Perché? Semplice. Come si fa a criticare De Laurentiis che sei anni fa fece rinascere il Napoli dal fallimento ed oggi la squadra è in Europa League (non è in Champions solo per colpa della pessima partenza di Donadoni e di tantissimi arbitraggi che hanno danneggiato seriamente le partite e i risultati degli azzurri)? Come si fa a criticare De Laurentiis che in questi sei anni ha fatto investimenti importanti o importantissimi? Come si fa a criticare De Laurentiis se il mercato è soltanto all’inizio e lui non ha ancora fatto alcun movimento? Come si fa a criticare De Laurentiis se il calciomercato che stiamo vivendo è anche un po’ figlio del momento di crisi mondiale (c’è gente che non riesce a comperare il pane tutti i giorni)?
Come detto, sono soprattutto i tempi delle critiche che ho trovato difficili da comprendere. Fossimo a metà agosto, avrei anche capito, ma siamo a metà luglio, viviamo un mercato ingessato, dunque, ascoltare accuse indecenti, leggere parole di fuoco contro il patron del Napoli e contro Bigon mi è parso come una ricerca cavillosa, faziosa, intempestiva di voler colpire chi non aveva ancora iniziato a lavorare.
Si potrebbe obiettare: abbiamo voluto lanciare un allarme per evitare l’immobilismo. Allora, significa non conoscere a fondo De Laurentiis, non aver capito che lui è il primo a voler primeggiare con il suo Napoli. Si potrebbe ancora obiettare: ma De Laurentiis ha fatto nomi e altri nomi, un giorno parlava di punta da venti gol, altri giorni faceva balenare la possibilità di non fare acquisti, dovendo badare al bilancio. Obiezione alle obiezioni: ma davvero ci sono ancora tanti ingenui in un mondo sempre più scaltro e navigato? Ma davvero qualcuno pensava che De Laurentiis, memore anche di precedenti esperienze di vita e calcistica, sarebbe uscito allo scoperto per rendere pubblici programma e obiettivi come qualcuno pretendeva? Solo gli stolti o gente che voleva veder semplificato il compito poteva “pretendere” tali ingenuità da parte di una società che cresce giorno dopo giorno. Possibile che nessuno più ricordi le amabili bugìe di un re del mercato quale Luciano Moggi?
Si è sussurrato anche che Mazzarri stava appoggiando la politica al risparmio del presidente. Spero si tratti di una colossale ingenuità. De Laurentiis e Mazzarri sono in perfetta sintonia. E Mazzarri era tra i pochi a conoscere intenzioni e movimenti del suo datore di lavoro. Mazzarri quando ha parlato era sicuro di quello che diceva, diversamente da altri che se non altro hanno dimostrato di essere poco informati, poco perspicaci. Se non si è abbastanza maturi, intelligenti, scaltri, navigati (anche professionalmente parlando), quando non si filtra il parlato dei due, quando non si vuol capire o addirittura quando si ricorda magari uno screzio prima di fare informazione, decisamente è un’informazione se non altro discutibile. Sono opinioni in libertà, sono opinioni da bar dello sport.
Noto anche che, ora, quasi tutti parlano di Napoli più competitivo, che “è un Napoli da sogno”. Sbagliato essere depressi prima, ancora più sbagliato esaltarsi adesso. Gli ultimi campionati nazionali (Italia e Spagna, ad esempio) e il mondiale in Sudafrica ci hanno insegnato che non sono sufficienti calciatori di spessore intercontinentale o organici stellari per vincere. Qualche esempio: la Juventus in Italia e in Europa, il Real Madrid in Spagna e in Europa hanno toppato ovunque. Grandi nomi, grandi investimenti, grandi disfatte. Dunque? Vero, verissimo che è sempre un bene avere i campioni in squadra, ma non è una garanzia assoluta averli e trionfare. Al Mondiale Inghilterra, Germania, Brasile e Argentina non hanno ben figurato, non hanno vinto. Chi prima, chi dopo è uscito dalla manifestazione, di certo tutte queste squadre hanno fallito la missione. Con quei nomi, con quegli organici, anche arrivare secondi è un fallimento. Figurarsi se ti ritrovi a lasciare il Sudafrica con ampio anticipo…
Cavani, quando il suo contratto verrà perfezionato, diverrà un calciatore del Napoli. Dal 2 agosto, quasi certamente unitamente a Gargano, si metterà a disposizione di Mazzarri. Ciò non significherà che il Napoli vincerà sempre, che sarà un Napoli spettacolare. Si stanno creando i presupposti per far migliorare il Napoli, per renderlo degno sempre di più delle aspettative dei suoi tifosi, ma il cammino sarà ricco di insidie, di ostacoli. Interni (squalifiche, infortuni, rapporti nello spogliatoio…) ed esterni (arbitraggi in primis). Ed abbiamo visto i danni che anche al Mondiale i direttori di gara hanno fatto.
Il consiglio che mi sento di dare è di essere più equilibrati nei giudizi, di non farsi coinvolgere emotivamente dall’umore di taluni o di tanti, di essere soprattutto coerenti, una dote sempre più difficile da individuare e da tenere come linea… di vita. Agli uomini (sic!) di poca fede, ai bastian contrari sempre in attività, pronti a individuare nuove forme di pseudoprotesta; a chi è costantemente alla ricerca di un’identità e pensa di trovarla attaccando gli altri; a chi parla non dimenticando una cornetta caduta ed una linea spentasi; a chi pensava che De Laurentiis improvvisamente volesse lucrare sul Napoli, dimenticando quanto fatto dal patron in precedenza; a chi lancia nell’aria isterici allarmismi; a chi viene smentito poche ore dopo; a chi pensa di aver spronato o stuzzicato De Laurentiis, già da molto tempo sulla strada che l’ha portato all’ingaggio di Cavani; a chi ritiene di cavalcare l’onda emotiva (con tutti i dissesti che l’emotività comporta); a chi non è mai contento dimenticando di vivere in una città dove poco o nulla funziona e si preoccupa solo del Napoli che funziona alla grande: bene, a tutti questi individui, il Napoli non dà risposte. Il Napoli sta definendo l’ingaggio di Cavani perché era ed è sua intenzione, ma non per dare risposte agli scettici di turno, anche a quelli pronti sistematicamente a salire sui carri.
Aspettiamo la firma di Cavani, l’annuncio ufficiale del Napoli che dovrebbe esserci tra qualche ora. Poi, aspettiamoci anche il prossimo tormentone degli ipercritici.