L’attesa per la sentenza della Disciplinare in merito all’illecito sportivo di Matteo Gianello e – di conseguenza – in merito alle posizioni del Napoli, di Paolo Cannavaro e Gianluca Grava potrebbe però prolungarsi – come riferisce l’agenzia Ansa – oltre il termine di giovedì-venerdì, stimato al termine dell’udienza svoltasi due giorni fa nell’aula allestita al Parco dei Principi di Roma. I giudici di primo grado, infatti, starebbero cercando di trovare il bandolo di una matassa ingarbugliata dalle richieste del procuratore federale, Stefano Palazzi. Il punto di penalizzazione (più 100mila euro di ammenda) per la responsabilità oggettiva del Napoli nei confronti del suo ex terzo portiere, per la tentata combine di Samp-Napoli del maggio 2010, infatti, cestina quanto visto nei vari processi sportivi a Scommessopoli. Palazzi, che solitamente aveva chiesto finora 2 punti per ogni illecito (Sampdoria e Torino hanno ottenuto il -1 soltanto dopo aver patteggiato), ha giustificato però la cosa dicendo che il “caso è particolare”, dato che Gianello non era mai stato utilizzato in quella stagione di serie A. Il procuratore avrebbe scontentato anche i legali di Grava e Cannavaro – deferiti per aver omesso di denunciare la proposta illecita del compagno – che immaginavano una richiesta massima di 6 mesi di stop, e non di 9. Ma, secondo il legale del portiere, Eduardo Chiacchio, a favore della società di De Laurentiis e dei due tesserati azzurri, gioverebbe il mancato patteggiamento del suo assistito (rischia ora 3 anni e tre mesi), respinto dalla Disciplinare che non ha ritenuto “fattiva” la sua collaborazione, nonostante tutto il processo si basi principalmente su di lui. Piuttosto che una nuova formulazione di richiesta di patteggiamento più cospicua (oltre i 16 mesi), Chiacchio ha preferito infatti richiedere la derubricazione da tentato illecito a violazione dell’articolo 1 del C.G.S (lealtà e correttezza).