Una sconfitta bugiarda. Perché il Napoli non avrebbe meritato di perdere a San Siro. L’Inter è cinico nel primo tempo: due tiri e due gol, ma gioca solo la squadra di Mazzarri che può davvero recriminare per il ko. La prestazione, però, denota grande temperamento. La ripresa all’arma bianca non basta. Vince l’Inter, ma gli azzurri non hanno giocato male. Anzi. Il Napoli ha la giusta personalità, ma passa l’Inter. La beffa arriva all’8′: calcio d’angolo di Cassano, Guarin è incredibilmente solo e supera De Sanctis con un tocco preciso in area di rigore. Gli azzurri sono costretti ad inseguire e reagiscono in maniera immediata. La personalità è quella giusta, la precisione un po’ meno. Due occasioni d’oro in due minuti: al 18′ assist di Cavani per Insigne che si accentra e spedisce di poco a lato, al 20′ il Matador trova Hamsik, ma l’epilogo è simile. Poi l’uruguaiano si mette in proprio con una girata in area senza fortuna. Manca spesso l’ultimo passaggio. Il Napoli crea molto, ma conclude poco. L’Inter, invece, è famelica e al 39′ dà una brutta spallata agli azzurri. Brutto disimpegno di Zuniga, Britos non chiude su Guarin che riesce a saltare pure Behrami: assist immediato per Milito che difende bene su Gamberini e infila De Sanctis. Il sussulto di Insigne non basta e Mazzarri prenota una ripresa votata all’attacco. Dentro Pandev per Gamberini e 4-2-3-1 molto offensivo per tentare la rimonta. Il palo di Cassano fa impallidire tutti, ma è sempre Napoli. Il gol della speranza arriva al 9′ dopo quattro tentativi in serie: la botta di inler deviata in angolo. Sul corner, ci provano prima Pandev, poi Maggio. Alla fine ci riesce Cavani che riapre la partita. Il Napoli recrimina per un atterramento di Maggio, poi per un tocco di braccio di Cambiasso in area, ma Rizzoli fa proseguire. L’assalto è certificato. Entra pure Dzemaili, l’iniziativa è sempre degli azzurri che sfiorano il 2-2 al 29′ con Pandev: il sinistro del macedone è debole. Gli azzurri collezionano corner e al 39′ per poco Pereira non confeziona l’autogol (Rizzoli giudica ininfluente il tocco di mano). Sciupa pure Maggio al 42′. Finisce così.