Maledetti l’euro e il digitale terrestre. Entrambi hanno portato solo danni e problemi a tantissimi italiani e c’è chi parla di progresso.
L’euro. Innanzitutto, va ricordato che l’Inghilterra preferì conservare la sua sterlina. Beati gli inglesi. Veniamo a noi. Tutti coloro che sono lavoratori dipendenti, che hanno uno stipendio fisso mensile sono diventati più poveri con l’avvento della moneta unica europea. Gli stipendi, più o meno, sono rimasti gli stessi, ovvero invariati nella loro entità. Sono, invece, raddoppiati, se non triplicati i costi quotidiani. Dalle autostrade al lotto, dalla frutta al pane, dal ristorante agli alberghi, dalle bollette “casalinghe” a tutti gli altri generi alimentari, sino a quando diamo una mancia. Provate a pensare a questo aspetto che ritengo estremamente significativo: prima, se si davano cinquecento lire di mancia ad un garzone, questi ti ringraziava; ora, se gli dovessi dare cinquanta centesimi, ovvero molto di più delle cinquecento vecchie lire, ti guarderebbe con aria quasi offesa e risentita. In definitiva, continuiamo a guadagnare in lire e spendiamo in euro.
Il digitale terrestre. Sino a prima del suo avvento, tutti avevamo la fortuna di vedere i programmi televisivi delle varie reti nazionali e locali. Da quando ci hanno dato il dispiacere di dover acquistare un decoder o un televisore provvisto di digitale terrestre (che business!), tutto è diventato maledettamente complicato. O c’è assenza di segnale, o le immagini vanno e vengono o, come capita spesso, per tante emittenti soprattutto locali cambia quotidianamente il numero di canale dove vedere i loro programmi. Insomma, una grande disorganizzazione, un gran caos. Se non era tutto pronto e funzionale perché tanta fretta di passare al digitale terrestre? Già, il business… Il tutto a danno di noi utenti, soprattutto di quelli più anziani, di quelli meno pratici. E noi di Napoli siamo stati tra i primi ad essere… premiati con il digitale terrestre!