Spalletti: “Assenza di Osimhen pesa, ma Simeone ha il calcio nella testa e nei piedi”

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Luciano Spalletti parla alla vigilia della sfida con il Milan

Cosa cambia con l’assenza di Osimhen domani?

“E’ sicuramente un’assenza che pesa quella di Osimhen, è inutile girarci intorno. Poi c’è anche quello che ha detto Pioli: senza Victor, abbiamo sempre vinto. Quando è mancato, la mia squadra ha saputo sopperire, tutti i giocatori hanno dato qualcosa in più, salvaguardando la prestazione. Il Cholito poi conosce bene il suo mestiere, sa bene che a calcio non si gioca soltanto con i piedi, ma soprattutto con la testa. Fin da subito, è entrato benissimo nel personaggio e nel ruolo che doveva avere. Ha dimostrato la sua intelligenza. Pur avendo piccole fette di responsabilità, le ha sfruttate bene.  Il Cholito è meno veloce di Osimhen, ma è bravo nel gioco aereo e sa fare tutto. Noi siamo a posto”.

C’è stato un contraccolpo all’interno del gruppo a causa dell’infortunio?

“E’ successo già in Champions League e la squadra ha avuto una reazione corretta. Questo gruppo può sostituire chiunque, non devo dirlo io, parlano le loro prestazioni quando qualcuno è stato chiamato in causa. Noi siamo fiduciosi, è una partita da tripla che vale il doppio. Il Milan è una squadra fortissima, ha vinto il campionato l’anno scorso e ha eliminato il Tottenham in Champions. Ha lasciato partire un campione come Kessie, ma ha preso cinque o sei calciatori per rinforzare una rosa già forte”.

Come sta Simeone?

“Meritava di più di quello che gli ho concesso finora. Ha avuto davanti uno fortissimo come Osimhen”.

Come sta Raspadori?

“E’ a disposizione. Il suo recupero vale moltissimo. Domani parte dalla panchina, ma si può usare in qualsiasi momento della partita”.

Il Milan è la squadra che ha messo più in difficoltà il Napoli?

“Ci è riuscito il Milan ma anche altre. L’anno scorso a questo punto del campionato eravamo tutte e due in testa. Sappiamo di affrontare una squadra forte, ha una rosa che permette varie soluzioni tattiche e noi le conosciamo benissimo”.

La partita di domani può orientare le prossime due di Champions?

“Sono curioso di vedere. In Champions si annullerà tutto ciò che è avvenuto precedentemente. Cambierà tutto e ognuno indosserà il miglior abito. Indubbiamente chi ha fatto bene nella partita precedente, avrà maggiore convinzione, questo potrebbe accadere”.

Tutta la città è vestita d’azzurro. Che emozione c’è?

“Vedere bandiere che sventolano da tutte le parti, ci riempie d’orgoglio, ma è qualcosa di illusorio. Dobbiamo continuare a lavorare in maniera seria finché non scriviamo l’ultima parola di questa storia. Non crediamo di aver già vinto, non pensiamo alla prossima stagione o alle prossime partite. Questo modo di pensare è dei superficiali e noi non lo siamo”-

C’è un problema di stanchezza in alcuni giocatori, potrebbe fare qualche scelta diversa?

“Sono rimasti qui in 5 o 6 erano pochi. Lo sappiamo che chi torna dalle nazionali è stanco e spesso infortunato. Non posso far altro che raccomandarmi quando partono e lo faccio sistematicamente. Poi non si può far altro che rendersi conto dello stato in cui tornano e di quella che può essere la condizione”.

Quanto napoletano è diventato Spalletti?

“La mattina alle 7 prendo Ciro e andiamo a fare colazione, così miglioro il mio napoletano. Come detto al Premio Bearzot, che tra l’altro ho fatto vedere alla squadra ringraziando tutti i giocatori, la città è talmente bella da impazzire a guardarla. Ma non dobbiamo lasciarci coinvolgere dai pre-festeggiamenti. Sul contratto dico che ho un momento determinante per la città di Napoli, tutte le attenzioni devono andare in quella direzione. Se non lo facessi, sarei meno napoletano. Non voglio perdere tempo e concentrazione in altre cose che secondo me sono banali in confronto a quel traguardo”.

Qualcosa su cui pensare sul futuro ce l’ha?

“Mi sembra che la società abbia la possibilità di prolungare il contratto, quindi di cosa stiamo parlando? Il presidente ha questa opzione, ma del mio contratto non mi interessa. Penso soltanto al Napoli e spero che i giocatori facciano altrettanto. Non facciamo confusione sulla vita attuale, noi dobbiamo portare a casa questo risultato che i nostri tifosi considerano molto importante tanto da voler anticiparlo addirittura”.

Osimhen recupera per la prima partita di Champions?

“Siamo quasi convinti di sì, ma dobbiamo vedere il percorso dei quindici giorni”.

Cambierà qualcosa a sinistra?

“Abbiamo Mario Rui e Olivera, si tenta di sfruttare le qualità di entrambi. Ritengo siano forti e non si fanno differenze, altrimenti non facciamo tutto per lei, per la città. Poi è chiaro il discorso cambia per quanto riguarda Di Lorenzo”.

Come si spiega questo grande distacco in classifica?

“L’anno scorso il campionato era ancora aperto a questo punto della stagione. Noi eravamo davanti con il Milan, c’erano quattro o cinque punti dalla seconda. Se adesso sono 20, vuol dire che il nostro percorso è straordinario, di certo non sono state mediocri le altre”.

Domani una parte della tifoseria resterà in silenzio durante la gara.

“Quello che abbiamo fatto, è avvenuto con tutte le componenti vicine alla squadra. E’ stata fondamentale ovviamente la presenza del pubblico, quando una di queste componenti ci viene a mancare, se non riusciamo tutti a dare qualcosa in più, siamo penalizzati. Apprezzo i sacrifici fatti per acquistare i biglietti. Capisco che sia difficile, ma dobbiamo sapere che in questa contrpposizione ci rimetterà soltanto la squadra. Non avremo un contributo da quella parte di pubblico. La mancanza di sostegno delle curve ci penalizza quasi quanto l’assenza di Osimhen. Non è giusto, poi ovviamente non entro nel merito della polemica”.