Si sono già esercitati in tanti. Da più parti si è cercato di trascinare il Napoli nel nuovo scandalo del calcioscommesse. Con esercizi verbali, con riferimenti ai confini della querela, con insinuazioni, con malignità, con doppi sensi, con subdole frasi, con la voglia di dimostrare con alcune foto quanto non si riusciva a dimostrare con le parole. Per giorni e giorni, da una settimana o poco più, si è fatto di tutto per trascinare il club di De Laurentiis in questa sporca faccenda. A molti non sembrava (o non sembra?) vero che non è vero. Il Napoli non è implicato in questa nuova vergogna nazionale.
Quali gli scopi di questi… scoop? Giornalisti a corto di notizie, alla ricerca misera ed affannosa di una notizia eclatante, il voler cavalcare l’onda della stupidità? L’interesse a buttare nel fango anche il Napoli per poi avere vita più semplice volendo mettere le mani sui big della squadra?
Alle sporche, evidenti menzogne non si può che rispondere con tanti giustificati dubbi. Sulla valenza umana e professionale degli autori e sui perché di tante tesi senza senso, anche dopo che la magistratura già si era espressa su certe questioni. Al punto da “costringere” il capo della Procura Giandomenico Lepore a puntualizzare: “Sono spesso bloccato dai tifosi per strada: vogliono sapere se il Napoli è coinvolto. Non ho la palla di vetro, ma allo stato posso dire di no”. E la Procura federale ha fatto sapere: “Nel Napoli nessuna irregolarità”.
Basteranno queste frasi a tenere più cauti idioti e maligni?
