Benitez: “Senza sostegno dei tifosi perdiamo il 20%, dobbiamo essere uniti per portare in alto squadra e città. Il mercato? Fantastico”

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Rafa Benitez parla alla vigilia della sfida con il Chievo.

Le sono fischiate le orecchie a Liverpool?
“Ho saputo che qualcuno era un po’ sorpreso. Ma quando hai preparazione e uno staff di alto livello e una famiglia lontano, qualche volta è necessario. Io abito qui al centro tecnico”.

Era opportuno assentarsi in un momento così delicato?
“Il momento non è delicato. Abbiamo vinto con il Genoa e dobbiamo continuare così”.

Non c’era l’esigenza di allenare i nuovi?
“Lo facciamo tutti i giorni. Il capitano deve avere la fiducia nel suo staff. Nei momenti delicati, io ci sono sempre”.

Come è andato l’incontro con De Laurentiis?
“Mi ha sorpreso sentire che non abbiamo un buon rapporto. Non è vero, so cosa pensa. Lui è un uomo di cinema che sta facendo benissimo nel calcio. Ieri abbiamo avuto una riunione come tante, abbiamo parlato della squadra e della Supercoppa.  Lui andrà negli Stati Uniti tra qualche settimana, quando torna affronteremo il discorso del rinnovo del contratto. Noi programmiamo gli interventi di gennaio e della prossima stagione”.

Quale è il salto di qualità da fare?
“Dobbiamo farlo tutti. Non abbiamo paura dello scudetto se siamo insieme. L’avevo già detto, proseguiamo spalla a spalla. I tifosi sono importanti, se non sono con noi, perdiamo il 20%. Noi non possiamo perdere energia. La squadra ha dimostrato che ci crede fino all’altro giorno. L’allenatore e il suo staff ha fatto dei cambi per vincere la partita. Noi crediamo che possiamo andare avanti, vedremo dove. Se siamo all’80%, non possiamo vincere lo scudetto. Abbiamo bisogno di tutti”.

Come stanno i nazionali?
“Siamo forti come già dimostrato contro il Genoa. Abbiamo sofferto in qualche situazione che dobbiamo gestire meglio. Michu, De Guzman e Mertens hanno fatto la differenza entrando in campo. Questa è una rosa forte e più equilibrata. Abbiamo fatto un mercato fantastico. Negli ultimi dieci anni, De Laurentiis ha fatto quasi un miracolo. Ha dei parametri che noi abbiamo seguito. Se lavoriamo con ingaggi bassi, con cartellini non molto alti, con età inferiore ai 28 anni e senza diritti d’immagine, vuole dire che siamo stati perfetti. Ci siamo mossi per tempo a gennaio. E’ arrivato il centrocampista che ci serviva. Quelli che sono andati via, non hanno giocato certe partite, quindi erano panchinari. Se Jorginho supera Behrami, è un problema dello svizzero, non di Jorginho. Vedremo se le altre hanno fatto di più, De Laurentiis ha fatto un grandissimo lavoro e noi continuiamo a crescere alla nostra velocità”.

Finalmente c’è il campo. Sette partite in 21 giorni. Cosa si aspetta?
“Dire che sono squadre più facili è vero, ma in Italia non c’è nulla di scontato. Sappiamo che è una gara difficile. Il Chievo ha avuto buone trame di gioco. Abbiamo fiducia. Siamo forti ed equilibrati. La reazione c’è stata”.

Ci sarà un atteggiamento diverso con le piccole?
“I nuovi arrivi ci aiutano. Walter Gargano ha ricevuto due offerte, una dall’Inghilterra e una dalla Spagna. Lui è voluto restare qui. Credo che abbiamo giocatori che possono aiutare la fase difensiva e uno come De Guzman che ha qualità. Può aiutarci in queste partite, così come Michu che è bravo di testa. Siamo un po’ meglio, ma poi dobbiamo verificare le altre”.

De Guzman può giocare in mediana?
“Credo che quando mi siedo con Bigon e poi parlo con il suo staff, noi cerchiamo giocatori che possono fare due o tre ruoli. De Guzman può giocare nel 4-3-3 o dietro la punta o come esterno. Stiamo crescendo da dieci anni e lo faremo ancora. Ci sono stati anche interventi sulle strutture. Credo che il club vuole crescere e vedremo dove può arrivare. Il progetto non dipende dalla qualificazione alla Champions. Aiuta tantissimo, ma bisogna creare una struttura e una società forte. La chiave è la continuità”.

E’ convinto che il Napoli sia a sua immagine. La gente si aspetta una sua conferma.
“I tifosi sono intelligenti. I giocatori più forti arrivano dalla Campania: perché Immobile gioca nel Dortmund? Perché Insigne è discusso? Ribadisco, serve unità. Non ha senso vedere 1000 tifosi in trasferta del Napoli e non fare uno sforzo per vincere.  Un giornalista che lavora a Torino capisco che deve fare il suo mestiere e magari crea problemi, uno che è di Napoli, deve pensare prima di fare il casino. I tifosi lo seguono e così non va bene. Solo così si può arrivare ad un certo livello. Ma dipende da noi, non da gli altri che sono da fuori. Ho detto all’inizio che quando De Laurentiis ritorna dagli Stati Uniti parleremo e affronteremo tutto. Nel frattempo io darò il 100%. Lavoro 16 ore al giorno e faccio il meglio, quindi nessuno mi deve dire questo. Il Napoli è la bandiera della città e noi dobbiamo portarla tutti assieme”.

Il Napoli non riusciva a chiudere le partite. Ha lavorato su questo aspetto?
“Parte del lavoro è stata quella di scegliere giocatori diversi per colmare certe lacune. Dobbiamo restare a questo livello per più tempo. Nel primo anno abbiamo conquistato la Coppa e segnato 104 reti, dobbiamo continuare a mostra mentalità vincente”.

Condivido la proposta della Figc: meno squadre in serie A e più italiani in rosa?
“Sì assolutamente. Vorrei dieci napoletani in squadra, dobbiamo capire perché non arrivano. Bisogna analizzare il motivo, in Spagna non succede. Ci sono più spagnoli perché il livello è più alto. Qui in Italia, è stato perfetto togliere la comproprietà. Era difficile comprare un giovane quando ci sono due o tre squadre che controllano tutti”.

Hamsik è penalizzato da questo ruolo?
“Ho pensato di farlo giocare terzino sinistro. Mi sembra ridicolo pensare che deve cominciare da dietro se noi facciamo il possesso palla. Lui ha fatto benissimo con Cavani: il Napoli faceva 60-70% di ripartenze, ora abbiamo un gioco offensivo e ci aspettano. Questo è il problema. Tutti i giocatori hanno difficoltà, anche Higuain o Messi. Dobbiamo avere soluzioni così Marek ha maggiori possibilità”.

Henrique è molto duttile. Come sta?
“Noi lavoriamo ogni giorno su tutto. Sappiamo cosa dobbiamo migliorare. L’anno scorso abbiamo dimostrato di sapere cosa serve. Un giocatore non è mai contento se resta fuori. Se giocano solo 14 e gli altri mai, questi non hanno voce e non ci sono problemi. Noi vogliamo fare crescere la rosa impiegando 18-20 giocatori. Tutti saranno fondamentali. Quando sono arrivato a Liverpool, Smicer era infortunato. Dissi alla squadra che il giocatore deve farsi trovare pronto, quando gioca una partita. E Smicer aveva la mentalit giusta e segnò il gol nella finale di Champions nel 2005. I giocatori devono pensare solo ad allenarsi, chi è arrabbiato, viene da me e ne parliamo. La competizione tra loro è positiva per noi. Altrimenti non cresciamo”.