Pistocchi: “Il rigore di Ibra non si deve concedere al Var. Bisogna ‘allenare’ pure chi rivede le immagini. Gli arbitri dovrebbero parlare”

557

Maurizio Pistocchi parla a Marte Sport Live: “Conte al Tottenham? Evidentemente i grandi club puntano sugli allenatori con curriculum, hanno capito che non ha senso spendere troppo per i giocatori se non hai un gioco. Gli allenatori sono importanti quanto i calciatori. Arbitri? Il problema non sono loro ma le regole e l’interpretazione delle stesse. Il contatto Alex Sandro-Dumfries è stato giudicato come un errore da Rocchi: ha detto che l’arbitro di campo deve decidere. Evidentemente Maresca, di fronte a un episodio uguale o simile, cosa poteva fare se non decidere come gli ordinava il suo capo, creando quindi una disparità. Quello stesso episodio nel derby d’Italia è stato giudicato come un rigore. Se si osserva attentamente l’azione si vede che Ibra controlla con il sinistro ma sta già trascinando il destro. Il contatto c’è ma c’è perché Ibanez tocca anche la palla. Puoi sbagliare dal campo ma se vai al VAR quello è un rigore da non dare. Bisogna allenare chi lavora al VAR, selezionare un’immagine televisiva non è difficile ma neanche facile. Se io fossi il designatore farei ogni settimana una lezione per spiegare dove e quali sono stati gli errori. D’altronde è un po’ come il codice della strada: se passi con il rosso prendi la multa. Non c’è interpretazione ma è un dato di fatto. Non è semplice in alcune occasioni, come nel caso dei falli di mano. Però lavorandoci…Mondo arbitrale sempre più chiuso? Quando Mediaset prese i diritti della Serie A proposi di verificare con l’AIA se volevano concedere i diritti delle interviste post gara. Avrebbe avuto notevole beneficio e giornalisticamente avrebbe avuto grande successo. Ovviamente l’obiezione principale sarebbe stata che Berlusconi si fosse comprato gli arbitri. A mio modo di vedere questa strada sarebbe percorribile. E ovviamente gli arbitri non devono essere messi sotto accusa in maniera pesante. Probabilmente però siamo molto lontani da quel giorno e non penso che vivrò abbastanza per vederlo. Il discorso è un altro: casistica, aggiornamento, chiarezza. Casarin, quando designava gli arbitri internazionali, mi chiese di dargli una mano con una videocassetta per far vedere gli episodi agli arbitri. Io credo che ora non ci sia un aggiornamento così costante. Se ti viene spiegato un errore e tu lo rifai, o sei scarso o peggio”.