Benitez, ma quando impara?

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VITTORIO RAIO

Non è la prima volta che in questo campionato il Napoli di Benitez regala gol e punti agli avversari. Con il Palermo di Iachini, alla quarta giornata (1-0, 2-0, 2-1, 2-2, 3-2, 3-3); con l’Inter di Mazzarri alla settima (0-1, 0-2, 1-2, 2-2); con il Cagliari di Zeman alla dodicesima (1-0, 2-0, 2-1, 2-2, 3-2, 3-3) e infine ieri sera ancora con l’Inter, stavolta di Mancini (da 2-0 a 2-2). Quattro partite, quattro punti, ma avrebbe potuto tranquillamente prenderne dodici, ovvero avere oggi ben ott0 punti in più in classifica: stare alle spalle della Juventus a meno quattro (ma i bianconeri devono giocare stasera contro il Sassuolo); avere ben quattro lunghezze di vantaggio sulla Roma e non dover guardare con un pizzico di preoccupazione a quanto faranno in serata Lazio e Fiorentina. Il Napoli a 54 punti avrebbe tantissime chances in più per puntare al secondo posto e ottenere la qualificazione diretta a disputare la Champions League senza passare per gli insidiosi preliminari. E Benitez lo sa. Come avrebbe dovuto sapere sin dal suo arrivo che il suo Napoli non aveva e non ha la fase difensiva (ma non l’ha ancora capito); che quando vinci puoi anche cambiare l’assetto tattico (non è una vergogna) che magari ti consente di proteggerti meglio e portare a casa qualche punto in più. Ma lui, imperterrito e testardo va avanti per la sua strada, osserva che il suo Napoli è ancora in corsa su tre fronti, che il Napoli ha fallito occasioni da rete, ma non commenta i gol che il Napoli incassa (già 33 in questa stagione: nello scorso torneo il totale delle reti al passivo fu di 39).

Ricordo che Trapattoni e Capello hanno insegnato che le migliori vittorie si fanno con l’1-0. Ricordo come un eccellente allenatore quale Marcello Lippi con tre cambi cambiava volto alle sue squadre ed alle partite. Alla guida dell’Atalanta, del Napoli, della Juventus, dell’Inter, dell’Italia. Lo faceva un mito quale Lippi, non può farlo il nostro Rafa? Ma quando impara che in Italia si gioca un calcio diverso? Possibile che le succitate gare contro Palermo, due volte Inter e Cagliari non gli abbiano fatto capire niente? Sembra quasi negato quando deve fare cambi. Alcuni oramai li si conosce già prima che il Napoli scenda in campo! Come la sistematica, incomprensibile, stucchevole e deplorevole sostituzione di Hamsik. Anche quando il capitano gioca bene, da vero protagonista, è il primo ad uscire. Una fissa? Una condanna o cos’altro? Così si depaupera un capitale del club, così si demotiva un calciatore tra l’altro sensibile quale Marek, così non si fa l’interesse del Napoli.

Ieri sera, sia Benitez che Mancini con i loro cambi hanno fatto la differenza. Solo che Benitez l’ha fatta in negativo con sostituzioni prevedibili, monotone, ininfluenti, figlie di una mentalità e di idee cocciute. E non ci venga a dire che il Napoli ha giocato bene, che è ancora impegnato su tre fronti dopo aver vinto una Supercoppa. A conti fatti e con le ragioni su esposte, si poteva fare meglio. Ma lui, Benitez, l’uomo che non si giustifica mai, non lo riconosce. Peccato, Rafa ha perso un’ulteriore possibilità per essere considerato un grandissimo anche in Italia in quanto è proprio da grandissimi ammettere i propri errori.