Le parole di Marotta, i numeri di Sarri, le cavolate di Banti

441

VITTORIO RAIO

“Per un arbitro come Guida di Torre Annunziata ci sono difficoltà a venire ad arbitrare la Juventus. Non parlo di malafede, ma di difficoltà. Al 94′ un arbitro della provincia di Napoli si è trovato in difficoltà. La designazione di Guida è stata infelice. Ripeto, non metto in dubbio la buona fede, ma non si designa un arbitro di Torre Annunziata ad arbitrare la Juventus”. Questo il pensiero di Beppe Marotta, al termine di Juventus-Genoa (1-1) del 26 gennaio 2013.
Chissà se Marotta ha ricordato queste parole, sabato sera, alla fine di Juventus-Chievo e soprattutto sarebbe interessante sapere se ha cambiato idea sull’arbitro Guida, sulla sua città natale e sull’opportunità della designazione. Guida “continua” ad essere nato a Torre Annunziata, ma stavolta le decisioni di Guida sono state di… gradimento di Marotta, quindi la provenienza dell’arbitro non ha suscitato l’isterica e inopportuna considerazione di Marotta.
Dalle parole e dai silenzi di Marotta, ai numeri e a certe considerazioni di Sarri. Sono stato tra quelli che ha sùbito detto che a Sarri andava concesso tempo. Come feci quando arrivò Benitez. Frettolosi e ingiusti giudizi avrebbero solo causato il male del Napoli. Diamo tempo al tecnico di capire pregi e difetti dei singoli e della squadra e ai calciatori di apprendere il credo tecnico-tattico del nuovo allenatore, ho detto e ho scritto. Confermo tutto. Quindi, anche il modesto pareggio ad Empoli fa parte della fase di crescita, anche se i punti in classifica sono solo due e i gol incassati sono già sei. Ovvero  perfettamente in linea con i risultati di Benitez e con quella fase difensiva che è risultata devastante negli ultimi due anni. Chiedo: come mai Bigon e Benitez prima e ora Giuntoli e Sarri adesso non hanno preteso dalla società che fossero acquistati almeno un difensore e un centocampista che risolvessero il male n.1 del Napoli? E non si venga a dire che De Laurentiis non vuole spendere: negli ultimi anni ha sborsato 135 milioni di euro.
Pareggio ad Empoli a parte, voglio discutere su alcune considerazioni di Sarri. De Laurentiis è stato chiarissimo: “Potrà perdere anche le prossime sei partite – aveva detto prima di Empoli-Napoli -, Sarri resterà l’allenatore del Napoli”. Una frase di stima, in linea con la lettera di assunzione, una frase a totale protezione del tecnico nei confronti dei possibili pensieri della squadra e della tifoseria dopo l’avvio non esaltante. A questo enorme attestato di stima, Sarri ha risposto con una riflessione ad alta voce che ha destato più di un dubbio. Sabato scorso, quando gli è stato chiesto, il suo pensiero sullo scetticismo e sui fischi del San Paolo dopo Napoli-Samp, il tecnico ha replicato: “La disaffezione dei tifosi può essere la conseguenza di 2.000 cose; 1999 non dipendono da noi, a noi tocca fare qualche grande prestazione e qualche vittoria. Contro la Samp nel primo tempo ci siamo riusciti e il San Paolo ha spinto molto; nella ripresa abbiamo fatto poco per tenere i tifosi sigli stessi livelli di entusiasmo”.
Sarri si è reso conto di quello che ha detto? Un consiglio per lui: Napoli non è Empoli, ci vuole poco a destabilizzare l’ambiente, a giocare al tamburello delle responsabilità. Quando si sta in un’azienda, non si gioca allo scarico delle eventuali colpe tra l’altro in avvio di stagione. Tutti uniti, sempre e comunque, soprattutto se l’azienda protegge il dipendente. Dunque, meglio pensare ai numeri del campo (negativi e sotto gli occhi di tutti: 2 punti e 6 gol incassati) che a quelli dialettici (1.999 cose) che servono solo agli interessati. Inoltre, meglio pensare ai big, ai campioni che ci sono in squadra, al futuro di questi calciatori piuttosto che badare ai Saponara (non è Cristiano Ronaldo) che il calcio italiano non potrà permettersi tra un anno, anche perché se il Napoli non centrerà l’Europa, probabilmente, anche il Napoli non potrà permettersi a fine stagione gli Insigne, gli Higuain, gli Hamsik, i Callejon, i Mertens, i Reina…
Infine, le cavolate di Banti ad Empoli. Il Napoli faccia il mea culpa per gli errori della fase difensiva e per un centrocampo in balìa dell’Empoli fin quando l’Empoli ha retto fisicamente, ciò non toglie che Banti ha sbagliato più decisioni che hanno danneggiato seriamente il Napoli. Ignorarlo non sarebbe giusto e corretto. Marotta, in altri tempi, forse avrebbe detto che non si può mandare un arbitro di Livorno a dirigere l’Empoli…