Benitez: “Il Napoli deve crescere a livello di testa. Ma questo processo costa”

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Rafa Benitez parla alla vigilia della sfida contro la Lazio
Come mai si è arrabbiato nel post Torino? E con chi?
“Ero arrabbiato perché abbiamo perso e mi piace vincere sempre. Sono qui per farlo ogni partita. Se non mi piace quello che vedo, mi arrabbio. E’ un obbligo parlare con la stampa, ma devo farlo prima con la mia squadra”.
Cosa ha detto alla squadra?
“Facciamo tante riunioni, a volte positive, a volte negative. Analizziamo quello che abbiamo fatto. Ho parlato anche oggi con qualche giocatore”.
Hanno sorpreso le modalità di comunicazione. Come nasce questo atteggiamento? C’è anche un malessere relativo al calcio italiano?
“Dopo questi giorni, ho recuperato, sono a posto per la partita”.
Il Napoli ha sempre reagito dopo uno schiaffo. Come si trova l’equlibrio?
“Siamo dei professionisti, c’è uno staff che lavora tantissimo. Sono molto tranquillo in vista della Coppa. Possiamo vincere, pareggiare o perdere, ma daremo il 100%”.
Un eventuale futuro a Napoli è legato alla possibile vittoria dello scudetto?
“Il mio messaggio è stato molto chiaro. Abbiamo vinto due titoli, tutti insieme si può vincere di più. Se devo ripetere il discorso dopo ogni sconfitta, lo faccio. Dopo Doha, abbiamo fatto il 77% di vittorie, quindi il bilancio è positivo”.
Qualcuno le ha dato del disonesto calcisticamente?
“Se parliamo di politica e se parliamo di golf, devo ascoltare un tifoso della Juve…se parliamo di calcio, preferisco ascoltare altri”.
Cosa accade al Napoli?
“Non mi è piaciuto l’approccio. Siamo la quinta squadra nel subire gol da palla inattiva e la settima a livello realizzativo. Stiamo facendo bene”.
C’è un gruppo compatto per il secondo e il terzo posto?
“L’ho sempre detto che nulla è scontato. Proveremo ad agganciare la Roma, ma il campionato italiano è difficile. Ci può stare di perdere qualche partita”.
Domenica sera ha risposto in maniera ermetica. Rimprovera qualcosa anche a se stesso?
“Quando parlo della squadra, parlo anche di me. Faccio parte della squadra. Tutti abbiamo sbagliato. Quando vedo un errore su un calcio d’angolo su cui abbiamo lavorato, evidentemente dobbiamo migliorare. Poi ci sono anche gli episodi. Se Gabbiadini avesse segnato, avremmo parlato d’altro. Devo analizzare quello che non abbiamo fatto, con il Palermo abbiamo fatto bene commettendo degli errori. Ho preferito parlare alla squadra”.
Come mai c’è questo problema d’approccio?
“Non è facile per un giocatore che va in campo due volte a settimane avere l’obbligo di fare sempre risultato. Faccio l’esempio di Gabbiadini. E’ una questione di crescita che ancora ci manca. Avere questa esperienza e questo approccio costa e parlo di tutti i livelli. I giocatori di questo gruppo hanno vinto due titoli e sono in corsa per farlo ancora. Questo deve diventare un’abitudine, non ogni 25 anni. Quindi non dobbiamo sprecare energie”.
C’è la volontà di reagire?
“No assolutamente no. Ripartiamo dagli errori commessi. Siamo ancora a quattro punti dalla Roma e pensare anche alle squadre dietro. La chiave è l’intensità”.
Ci sarà turnover domani?
“E’ più difficile fare due gare a settimana, anziché una. Dopo tre mesi, lo è ancora di più. Questa è la difficoltà di gestire una rosa. Dobbiamo cercare di essere precisi e io ho fiducia nello staff”.
Come mai Maggio e Gargano non sono stati convocati?
“Con tante partite, c’è qualche affaticato”.
Cosa la preoccupa della Lazio?
“Ha tanta velocità. Ha intensità e sta facendo davvero bene”.
Le piace la formula della Coppa Italia? Il ritorno si gioca dopo un mese
“E’ sicuramente un po’ strano, ma il calendario non permette di fare altro. Dobbiamo adattarci”.
Dopo la sconfitta di Torino, ha sentito De Laurentiis e se ha parlato del suo contratto? Quando renderà nota la sua decisione?
“La risposta è sempre la stessa. Parlo ogni giorno con Riccardo Bigon, parlo con De Laurentiis spesso al telefono. Il discorso del futuro avverrà ad aprile. Dobbiamo concentrarci”.
Il primo tempo di Torino è stata una scelta tattica?
“Nel calcio italiano, è comune che le squadre aspettino. Posso dire che dipende tutto da quello che abbiamo fatto, è inutile dire altro”.
Rispetto a 40 giorni fa, la Lazio ha ritrovato condizione, il Napoli ha giocato più partite. Chi è favorito?
“Noi stiamo bene dal punto di vista fisico. Quelli che andranno in campo stanno bene. Qualcuno sarà più affaticato, ma niente di che. Ripeto, a Torino è mancato l’approccio. C’era un’idea comune e qualcosa non è andata bene. Poi abbiamo regalato un gol e questo conta tanto. Avremmo potuto almeno pareggiare. Pensando al futuro, abbiamo vinto tante partite di fila e dobbiamo dimostrare contro Lazio, Inter e Dinamo Mosca il nostro valore”.
Senza Gargano, può giocare De Guzman in mediana? Oppure la difesa più alta?
“O addirittura la difesa più bassa per evitare le verticalizzazioni. Ripeto, dipende tutto dalla testa. In mediana ho diverse soluzioni”.
C’è un calo di tensione a livello mentale?
“No, non lo noto. Ripeto, chi non è abituato a giocare l’Europa League oppure ruotare 14-15 giocatori ha cominciato un nuovo processo e ci vuole tempo. Credo che stiamo crescendo. I tifosi del Napoli preferiscono una squadra che sia in corsa in tre competizioni piuttosto che una sola”.