Benitez: “Lascio per tornare dalla famiglia, ma prima c’è da battere la Lazio”

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Rafa Benitez parla in conferenza stampa.
“Buongiorno a tutti. Come sapete, avevo due anni di contratto con il Napoli. Finisce dopo la sfida con la Lazio e ringrazio il presidente, il Napoli e la città che hanno fatto tanto per me. Il mio ciclo finisce e voglio farlo bene. Vorrei lasciare il Napoli nel livello che può essere. Sono fiducioso che possa accadere. Ho deciso di parlare per dire addio, ma voglio farlo bene domenica con una vittoria per lasciare il Napoli ai preliminari di Champions League”.

Cosa l’ha indotto a lasciare Napoli. Quali sono i motivi?
“E’ sempre triste lasciare un posto dove la gente ti tratta molto bene. Sono stato coinvolto. Ho detto ad Aurelio che sarei stato due anni lontano dalla mia famiglia. Ho parlato con mia moglie qualche settimana fa, ho provato a convincerla ma alla fine la famiglia è sempre importante e per questo ho comunicato ad Aurelio la situazione. Lui conosce la mia famiglia. Lui doveva guardare avanti e io mi sono concentrato sul finale di stagione come è accaduto con il Chelsea”.

Perché a Wolfsburg parlò del mercato e del business plan?
“La famiglia è stata la chiave di tutto, poi conosco perfettamente le regole del financial fair play. Il Napoli e Aurelio hanno fatto uno sforzo per arrivare ad un punto. Siamo stati vicini, la crescita della rosa è stata positiva, ma sempre un allenatore vuole di più. Dopo due trofei, un allenatore ne vuole tre. Ma la chiave è stata soprattutto la famiglia, è la cosa principale”.

Pensava di poter vincere di più? Ha delle responsabilità?
“Tutti sappiamo quanto sia forte la Juve. Abbiamo combattuto e vinto due trofei, uno contro di loro che dà valore a quello che abbiamo fatto. E’ difficile mantenere il ritmo e la continuità quando l’altra società ha un fatturato così alto. Non è una scusa, ma una realtà. Come ha detto Aurelio, la squadra e la società è cresciuta. Fare due semifinali ed uscire per qualche gol irregolare non cambia tutto il lavoro, al massimo un risultato. La chiave è stata quella giusta e noi abbiamo la possibilità di fare ancora bene contro la Lazio. Il bilancio è stato positivo, la cosa più importante è vincere contro la Lazio. Mi piacerebbe fare il record di reti: siamo fermi a 102. Il primato è 104”.

Ha un pizzico di rammarico per i punti con le piccole?
“Qualche errore è stato commesso, ma abbiamo fatto tante cose belle. Non è facile mantenere sempre la stessa intensità, abbiamo provato ad arrivare fino alla fine in tre competizioni. Quando sono arrivato qua, avevamo 14 giocatori, ora ce ne sono 18-20. Sono convinto che la base ci sia per il prossimo anno”.

Cosa rimpiangi? La doppia sfida con il Dnipro oppure i rigori sbagliati?
“Purtroppo abbiamo sbagliato dei rigori, la prima con il Chievo oppure quella con l’Atalanta all’ultimo minuto. C’è stato il gol in fuorigioco con il Dnipro, ma adesso c’è la Lazio. Ora dobbiamo essere tutti uniti, questa gara è importante. Potremmo avere più possibilità di vincere. Dico una cosa in spagnolo: ogni maestro ha la sua cosa di fare le cose. Siamo arrivati vicino a scrivere una storia anche più importante, ma dobbiamo fare un ultimo sforzo per lasciare tutto a posto”.

Benitez non è adatto al calcio italiano. Perché si dice questo?
“In Spagna dicono che sono difensivo, ma ho sempre segnato più di 100 reti, qui dicono che non sono adatto e ho vinto due titoli raggiungendo due semifinali. Mi sembra che io sia adatto al calcio, poi ci sono le differenze, ma ho età ed esperienza e mi posso adattare”.

E’ difficile gestire la pressione con questa partita così importante?
“La cosa importante è terminare il mio lavoro e poi penserò al mio futuro. Questo mi permette di mandare un massaggio: voglio stare concentrato sul Napoli e dopo avrò tempo per parlare. Capisco le pressioni della stampa spagnola, le accetto, ma io ora devo pensare alla prossima partita e dare il massimo. Devo terminare il contratto e poi penserò al futuro. Mi sento giovane e ho tanta voglia di fare bene. Ho un gruppo di lavoro perfetto, poi dovrò parlare con la mia famiglia e mi concentrerò sulla prossima destinazione. Mia moglie e mia figlia apprezzano le bellezze della città, mi dispiace andare via, quindi non sono contento. Sono triste ma devo pensare al futuro al momento opportuno”.

La famiglia tornerà a Madrid?
“Ce l’ho a Liverpool e in altre città. Ma ora devo concentrarmi”.

Cosa le ha lasciato il calcio italiano?
“Tante cose. Ho imparato anche qui, qualcosa mi servirà per il futuro. Anche nel calcio servirebbe un rinnovamento”.

Lei è considerato un allenatore difensivo in Spagna. Perché?
“Ma in Italia dicono il contrario.  Dipende dal campionato, dal momento ma soprattutto dalla squadra che uno allena”.