Caro Severgnini, ci faccia il piacere…

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VITTORIO RAIO
“Ieri a Marassi i soliti cori anti-napoletani: viva il colera, Vesuvio lavali col fuoco e vergogne del genere. Durante e dopo la partita, molti messaggi di tifosi napoletani: e questi allora? Ne scriverete sul Corriere? O vi limitate a condannare le parole di Sarri e a segnalare gli eccessi del San Paolo? Ecco qui, lo scriviamo. Non è solo orribile quel che si urla negli stadi italiani: è tristemente antico. La società si muove, cambia. Intorno a un campo di calcio, invece, tutto rimane uguale. Ogni tifoseria è pronta ad offendersi per quanto subisce, ma giustifica tutto ciò che fa. Lo so: è inutile ragionare di questi temi. Saltano fuori «la fede», «il cuore», l’elogio astuto dell’irrazionale. Ma proviamoci comunque. Nessuno pretende che gli stadi siano sale da concerti. In campo si gioca a calcio, si scontrano ragazzi, sogni e memorie; nessuno chiede silenzi attenti e commenti forbiti. Ma quello che accade negli stadi d’Italia — quasi tutti — è strabiliante: s’è fermato il tempo. Ecco perché Sarri è stato indotto a urlare quelle frasi a Mancini. Credeva che il campo fosse rimasto una zona franca dove nulla si riferisce, tutto si dimentica. Questo abbiamo scritto sul Corriere, giorni fa, parlando del Napoli. Aggiungendo che la squadra migliore del campionato e la tifoseria più appassionata non hanno bisogno di subissare di fischi gli avversari appena toccano palla. Sono arrivate centinaia di commenti: metà giustificano questa pratica, metà ricordano gli insulti che il Napoli riceve sugli altri campi. Ebbene: degli insulti abbiamo detto all’inizio (vergognosi). Ma i fischi sistematici — di cui il San Paolo ha il primato, certo non l’esclusiva — non ci piacciono. Sostenere la propria squadra non significa disprezzare o umiliare gli ospiti. Uno stadio che fischia ogni possesso di palla avversario dimostra insicurezza, non forza. Proviamo a tifare col cuore e a ragionare con la testa, per una volta: si può fare”. Così Beppe Severgnini sul Corriere della Sera di stamane dopo che, nei giorni scorsi, aveva bacchettato i tifosi del Napoli perché subissano di fischi le squadre avversarie e Sarri e Higuain per i rispettivi comportamenti.
Caro Severgnini, ci sembra davvero poco quanto da lei scritto, soprattutto per un motivo. Al di là delle idee diverse sulla situazione Sarri-Mancini (e non perché lei tifa Inter e scrive libri sull’Inter ed io abito a Napoli, scrivo del Napoli da quasi cinquanta anni e amo il Napoli), mi sembra se non altro sproporzionato mettere sullo stesso livello i fischi del San Paolo ed i cori beceri che partono contro Napoli ed i napoletani da tantissimi anni, da moltissimi stadi, ad iniziare da Milano, sponda Inter e sponda Milan. Inoltre, le ricordo che nello Juventus Stadium ad ogni rinvio del portiere avversario si ascolta la parola “merda”. Ciò avvenne anche quando, con l’impianto chiuso per squalifica, fu egualmente riempito con 10.000 (dico diecimila) bambini che ad ogni rimessa dal fondo, urlavano a squarciagola “merda”. Bambini “educati” ad essere maleducati o semplicemente tifosi come i papà e i fratelli. Non ricordo suoi commenti. O lei dedica la sua attenzione solo a quanto avviene a Napoli e a Fuorigrotta?
Non le piacciono “i fischi sistematici del San Paolo”, scrive. Ce ne faremo una ragione. Le faccio una domanda: cosa provano i napoletani verso coloro che non solo fischiano il Napoli (forse non lo sa o finge di non saperlo, ma i fischi vengono uditi in tutti gli stadi, da sempre, poi dipende anche dal numero di spettatori presenti negli impianti), ma insultano in modo sgradevole, ripugnante Napoli e i napoletani? Si possono equiparare dei fischi “sportivi” a dei cori che invitano il Vesuvio a coprire di lava la città, dei cori in cui si sente “Napoli merda, Napoli colera sei la vergogna dell’Italia intera”? Non ci vuole un’intelligenza particolare, spiccata per dire che non c’è corsa tra un fischio “sportivo”, che ci può stare in uno sport come il calcio, e frasi da vomito che sono il parto di dementi ed imbecilli tra l’altro con poca fantasia. Se non è d’accordo, nascono forti dubbi.
A proposito, poi, del caso Sarri-Mancini. Ha saputo (legga la Gazzetta dello Sport di stamane) dell’insulto di De Rossi a Mandzukic? De Rossi che aveva ascoltato tantissimi “fischi dedicati solo a lui” da tutto lo stadio e cori come “De Rossi uomo di merda”, gli avrebbe detto: “Stai zitto, zingaro di merda”. Le sembra bello? Certamento no, ma in campo se ne dicono tante, di tutti i colori ed anche di pessimo gusto, come questa di De Rossi. Allegri ha così chiuso il caso: “In campo i calciatori si dicono tante cose”. Non è giusto? Decisamente sì, non è giusto, né corretto, ma il calcio è questo, da anni, da sempre. Lo vuol cambiare lei stigmatizzando Sarri e Higuain? Ma via, siamo seri. Non sto giustificando gli insulti, ma al cospetto di interessi miliardari, un insulto vale l’altro. E poi in una società, come questa che viviamo tutti i giorni,  dove il turpiloquio impera, ora dopo ora sempre di più, anche in televisione ed in tutti gli orari, lei vuole rimproverare solo Sarri, Higuain e i tifosi del Napoli? Non le voglio dedicare il suono di Eduardo, mi limito alle significative ed emblematiche parole di Totò: “Ma ci faccia il piacere…”.

Due riflessioni sulle dichiarazioni del presidente della Sampdoria Ferrero. Si è lamentato delle decisioni dell’arbitro Orsato. Faccio fatica a capire il simpatico dirigente. Cosa avrebbe dovuto fare Orsato più che concedere un gol alla Samp, quello di Eder, viziato da un evidentissimo fuorigioco? Orsato ha danneggiato il Napoli. Presidente, a mente fredda, si riveda la partita.

Spalletti ha detto che “Florenzi deve cambiare atteggiamento”. E se, visto l’andazzo ed i risultati della Roma,  cambiasse società?