Lavezzi: "Sto bene a Napoli, voglio restare in azzurro molto a lungo"

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Milano – Ezequiel Lavezzi protagonista. Un’intera puntata di ‘E’ sempre Calciomercato’, in onda su Sky Sport 1, dedicata al Pocho. Che s’è mostrato senza veli. Timido, sveglio e naturalmente con lo sguardo da scugnizzo. Si parte con la sua associazione, quella dedicata ai bimbi dell’Ansur: “Ho sempre voluto farlo, adesso ho la possibilità. Sono andato a trovarli quando ero in Argentina per l’infortunio”. Lavezzi s’identifica con loro: “Ho avuto un’infanzia difficile. Se non fossi diventato un calciatore, non so cosa avrei fatto”. L’elettricista e il venditore di caramelle (“Accompagnavo mia madre”) non gli sono riusciti molto bene. Meglio la sua velocità in campo. Il Genoa se n’era accorto subito, ma ha dovuto rispedirlo indietro per lo scandalo scommesse: “Sono stato al San Lorenzo, volevo giocare nella serie A argentina ed è andata bene”. Poi il Napoli, una storia d’amore meravigliosa. Che ha conosciuto una crisi: “Ho vissuto un momento particolare a livello personale che fortunatamente sono riuscito a risolvere. Sto bene con la mia famiglia, esco molto poco e mi godo mia moglie e mio figlio”. Ma i problemi erano anche altri. La questione del contratto stava per allontanarlo definitivamente dal San Paolo: “Marino faceva gli interessi della società, il mio procuratore i miei. E’ acqua passata comunque. Ho rifiutato il rinnovo quattro volte perché non c’erano i presupposti. Ora sto bene a Napoli, il rapporto con De Laurentiis è buono. E’ un grande presidente, vuole portare questa squadra in alto. A Napoli sto benissimo e voglio rimanerci a lungo”. L’azzurro e l’albiceleste della Seleccion: “Maradona è sempre stato il mio idolo, adesso è il ct. Parlo sempre con il suo staff, mi dicono di stare tranquillo. Comunqie rinuncerei volentieri al Mondiale, se fossi sicuro della vittoria dell’Argentina”. Alla Champions, invece, ci tiene: “Un pegno? Farei il marito di Rinaudo per una settimana. Forse non dovevo dirlo, qualche compagno potrebbe ingelosirsi”. Solito Pocho, insomma. La madre (Ezequiel si commuove vedendo il lungo servizio sulla sua famiglia) svela il significato del soprannome: “Il suo cane. Si chiamava Pocholo e lui lo rincorreva tutta la giornata”. E i tatuaggi? “Più di ventuno, ho perso il conto. La pistola? Stavo facendo fisioterapia e ho scommesso con un compagno che l’avrei fatta”. Chiusura con la telefonata di Leo Rinaudo che interviene dopo le parole del Pocho (“Faccio suo marito per una settimana”): “Ora devo dare spiegazioni a mia moglie – spiega il difensore – scherzi a parte, abbiamo un bel rapporto. Comunque se centriamo l’obiettivo, dovrà indossare una parrucca. Io lo porterò in giro”.