Ora anche il lamentoso Conte sa come si esce con una portoghese

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Botta e risposta dopo il sorteggio che accoppiò la Juventus al Benfica per la semifinale di Europa League.
Un giornalista a Benitez: “Lei ha già battuto il Benfica. E’ pronto a dare qualche consiglio a Conte?”
Benitez: “Se mi chiama, perchè no…”.
Conte, dopo esser venuto a conoscenza della frase di Benitez, replicò con poca classe: “Visti i suoi precedenti con le squadre portoghesi preferisco evitare. Vedremo come prepararci al meglio, mi fido più dei miei collaboratori visto come sono usciti gli azzurri con una portoghese…”.
Da ieri sera anche Conte sa molto bene come si esce con una portoghese. Non nel senso di avventura amorosa con una donna lusitana, ma esclusivamente nel gergo calcistico.
Dopo l’umiliante eliminazione dalla Champions, il supponente allenatore della Juventus, sconfitto all’andata in Portogallo, non oltre il pareggio al ritorno allo Stadium,  ha detto addio anche all’Europa League. Ma la sua Juventus non era stata costruita per trionfare soprattutto in Europa? Dopo la doppia uscita continentale si può decisamente parlare di fallimento. Lo scudetto? Complimenti, ma era ampiamente prevedibile. L’amaro in bocca è enorme per il ko in Champions e per non poter almeno disputare la finale di Europa League nel proprio stadio contro il Siviglia.
L’aspetto che, però, preferisco mettere maggiormente in evidenza è il pianto di Conte che, a più riprese a fine partita, ha contestato l’arbitro, si è lamentato delle sue decisioni. Per non parlare di quando, durante la gara, un paio di volte ha battuto l’indice sull’orologio ad indicare che il Benfica perdeva tempo e bisognava recuperarlo. Mazzarri non me ne vorrà per l’accostamento, ma ieri sera Conte sembrava proprio il… peggiore Mazzarri! E poi dicono che a Napoli piangiamo!  Più che accusare l’arbitro, Conte si interroghi sul perché vi saranno ben tre squadre spagnole su quattro nelle due finali europee ed una, l’Atletico Madrid, senza spendere e spandere, addirittura nella finale di Champions. A dimostrazione che non bisogna spendere molto, ma occorre spendere bene.