Sarri: “Il risultato di Istanbul ci ha condizionato, vincere o pareggiare sarebbe stato lo stesso”

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Maurizio Sarri commenta in conferenza stampa la prova del Napoli contro la Dinamo Kiev: “Vincere o pareggiare sarebbe stata la stessa cosa. Non sarebbe cambiato nulla. Abbiamo fatto riscaldamento col Benfica che vinceva 3-1 e 5′ prima di scendere in campo abbiamo saputo che era finita 3-3. Questo risultato ci ha tolto entusiasmo, non siamo scesi in campo con l’obbligo di dover vincere a tutti i costi e questo ci ha condizionato. Abbiamo creato comunque, nei primi 25′ abbiamo messo Mertens tre volte davanti al portiere avversario e siamo stati pericolosi in diverse circostanze. Purtroppo non abbiamo trovato il gol”. Proprio sul belga si sofferma l’allenatore: “Ho la sensazione che rispetto a un mese fa sia calato un pochettino a livello di condizione, anche se in certi momenti della partita ce ne vorrebbero tre di giocatori come lui”. Quindi sulla Dinamo: “In tutte le partite del girone non ha mai recitato un ruolo di secondo piano, si è confermata una squadra difficile da affrontare. Probabilmente se fossimo passati in vantaggio avremmo incontrato meno problemi, ma sapevamo che non sarebbe stato facile”. Capitolo mercato: “La società non deve garanzie di niente, chiede un’opinione tecnica sulla situazione e basta. Attaccanti? Mi confronto tutti i giorni col direttore sportivo, che sa come la penso. Poi spetta al club fare le sue valutazioni. Pavoletti? Non l’ho visto tanto, lo ricordo dai tempi della B. In ogni caso ora gioca nel Genoa e non mi permetto di esprimere giudizi su un giocatore che ora sta da un’altra parte”. Sui fischi: “Non credo li meritassimo, soprattutto al termine di una partita che vinta o pareggiata non avrebbe fatto differenza. Ma il nostro pubblico ci ha spinto talmente tante volte che ai 3 fischi di fine gara non ho fatto neppure caso”. Infine sulla condizione fisica: “A volte le motivazioni possono fare la differenza. Sono quelle che spingono a dare di più in certi momenti. Ma quando sai che vincere o pareggiare è la stessa cosa, è difficile trovare gli stimoli giusti”.