Obiettivi: secondo posto, coppa Italia e… futuro

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Nel giovedì di Quaresma del Napoli, dopo l’uscita degli azzurri anche dall’Europa League, Benitez ha dichiarato: “Siamo stati eliminati dalla Champions League dopo aver totalizzato dodici punti; siamo usciti dall’Europa League agli ottavi; siamo terzi in campionato e siamo in finale di coppa Italia. Per una squadra con un nuovo allenatore e un organico rinnovato è un grande risultato”.
Sono pienamente d’accordo con Benitez. Solo che Benitez l’ha detto ieri, 20 marzo ed io avevo preventivato una stagione più o meno con questi risultati a luglio 2013 mentre lui faceva proclami. “De Laurentiis mi ha accontentato in tutto. Faremo meglio dello scorso campionato”, la frase storica del tecnico che ha prima illuso la gente e ora la sta in parte deludendo (delusione figlia dell’illusione, anche se la squadra è uscita tra gli applausi del San Paolo).
Nell’ estate scorsa, Benitez diceva quello che i tifosi volevano sentirsi dire. Un grave errore di comunicazione in quanto in quei giorni dimenticava ( o aveva sopravvalutato le proprie possibilità? ) che poi avrebbe dovuto tener fede all’impegno verbale. Non ha mai frenato quando tutti, o quasi, parlavano di scudetto. Dalle parole (che la gente avrebbe puntualmente ricordato) ai fatti che difficilmente avrebbe potuto centrare. Perché difficilmente? Lo scrissi in estate. Semplice: 1) era arrivato al Napoli un allenatore pluridecorato, ma sempre nuovo era nel nuovo ambiente con tutte le difficoltà del caso e bisognava accordargli fiducia e avere pazienza; 2) il Napoli, reduce dal secondo posto, era stato da lui modificato nell’organico e nell’assetto; 3) non facile per nessuno vincere al primo anno; 4) evidentemente Benitez conosceva poco il campionato italiano considerando che in fase di impostazione dell’organico aveva trascurato la fase difensiva; 5) evidentemente Benitez aveva anche trascurato di tenere nella dovuta considerazione lo strapotere della Juventus, non solo in campo. Dunque, sbilanciarsi in estate con certe affermazioni, era quanto di più autolesionistivo ci potesse essere. Le affermazioni-boomerang sono spesso insidiose.
Dopo l’uscita dall’Europa League Benitez si è ricordato di essere un allenatore nuovo in una squadra ampiamente rinnovata. Se non altro discutibile dirlo adesso volendo difendere il proprio operato. Sarebbe stato logico e giusto dirlo in partenza. E in questa stagione non è stato l’unico errore di Benitez per quanto riguarda la comunicazione.
Il giovedì di Quaresma del Napoli ci ha ricordato quanto era avvenuto solo pochi giorni prima a Torino. Lunedì, era stata la squadra di Ventura a dominare e il Napoli a vincere; ieri sera, è stato il Napoli a dominare (approfittando anche di un Porto senza alcune pedine importanti) e i portoghesi a passare il turno. Benitez ha capito meglio la rabbia di Ventura a Torino… L’ha capito, ieri, nel giorno mondiale della felicità. Felicità, però, di cui ha goduto solo il Porto.
Se sbagli tanto all’andata in Portogallo (anche in fase difensiva), se sbagli tantissimo al ritorno per un mare di occasioni da rete non capitalizzate, dopo nessuno può lamentarsi se registriamo la partecipazione del Napoli all’ennesimo fallimento del calcio italiano in Europa. Tanti gol “mangiati” e i tanti errori in fase difensiva: andate a rivedere dall’inizio l’azione del secondo gol del Porto. Una lunga serie di passaggi, un’azione da munuale, e la rete trovata dopo che Quaresma è stato bravissimo a far gol nonostante attorno a lui ci fossero tre- quattro azzurri. Quaresma a fare il Messi, gli azzurri, a guardare, saltati come birilli.Non mi meraviglio dell’esclusione del Napoli. Può capitare al primo anno in una società di un nuovo allenatore uscire brillantemente dalla Champions e un po’ peggio dall’Europa League; può capitare quando va recitato il mea culpa per gli errori in fase di impostazione della squadra; può capitare quando nelle singole partite si commettono tanti errori (si concede tanto in fase difensiva, non sempre si riesce ad essere cinici, pratici come in Torino-Napoli in zona-gol). Dunque, dico “bravo il Napoli”, “bravo Benitez” nonostante la doppia esclusione dall’Europa. Benitez, però, stia più attento quando parla, quando promette (facile sbilanciarsi a parole, più complicato mantenere) e stia più attento quando per la prossima stagione dovrà rivedere vari undicesimi di questo Napoli. Tra quelli che non si sentono realizzati nel Napoli; tra quelli che lui non vuole in quanto non li ritiene adatti al suo progetto tecnico-tattico; tra quelli che già sta iniziando a indicare al presidente per portarli in azzurro. E non trascuri qualche talento italiano.